GI‘EUR A SOTTOMARINA 97 « Fin dall’anno 1855 i torpedinieri russi sapeano incendiarmi, mercé l’elettricità, nel Baltico e nel mar Rosso, e il barone Ebner, nella difesa sottomarina di Venezia, nel 59 e in quella dell' Istria nel 1866, mi poneva anche in l>rima linea ; ma io a quel tempo avevo già distrutto la corazzata Rio de Janeiro nella interra del Paraguay, e vanti navi federali di ogni classe nella guerra di Secessione. « Ah ! il rimorso mi perseguita ancora ! « Avenno ragione i federali di accusare i sudisti di esercitare an rusassituilion in its tcorst /brut, mediante nii unchristian mode 'of tearfare ! < Ma i miei padroni mi spingevano a sempre nuovi eccidi. Cominciarono dunque col portarmi, mediante barche, sui luoghi dove c'era gente da uccidere; cosi nell’ottobro del 63 avevo fatto saltare in aria il Sexr-Iromides, e nel febbraio seguente V Iloutatonie. < Non posso dimenticarlo ! Questo »loop federale, appunto il 17 febbraio 1864 era ancorato al largo di Charleston, quando il luogotenente Dixon, un bellissimo giovane, mi •‘ussurrò all'orecchio: « Vogliamo affondarlo ? « Come avrei potuto rifiutarmi? Quel giovane esercitava su di me tale un fascino, che io non mi sentivo la forza di resistergli. Detto, fatto. Ci imbarcammo sopra un david. « Erano circa le 9 di una serata scura e piovosa. Avvolti nel profondo silenzio, ci avanzammo pian piano, quando, alla distanza di cento metri, potemmo ben discernere il nemico. Rattenemmo il respiro. Le onde si frangevano dolcemente contro la sua prua, e la fosforescenza della spuma lungo i tuoi fianchi ti precisava anche meglio il bersaglio. Ma VHouxatonic ci vede. Filare le catene, fare macchina indietro e scaricarci le artiglierie a bruciapelo e tutt'uno. Noi 7