II, PRIMO SECOLO ECC. 195 calzante. Ogni mezzo fu adoperato por la comune salvezza, ma si dovette ricorrere alle barche di salvataggio, ove tutti si precipitarono furibondi. Fa raccapriccio il racconto di una simile catastrofe e la parola mi manca a descriverne il terrore; gli eventi si succedevano colla rapidità del lampo, ma giammai una grande sciagura fu accompagnata da circostanze cosi fatali. Mercè straordinari sforzi, 14 uomini dell'equipaggio o duo passeggeri riuscirono ad imbarcarsi in un life-boat. Diciannove persone dell'equipaggio e sei passeggeri gettaronsi in un altro. Una vaga fanciulla era fra questi, della quale se ci manca il nome, nòn viene meno il ricordo del virile coraggio. Ma nessun romanziere, per quanto paradossale, può noi sogni più selvaggi della fantasia descriverò una scena più terribile di questa, che pure si svolse nella solitudine del-l’Oceano, fra il vento impetuoso e le onde infuriate quando la nave, la casa amica, non presentava che lingue di fuoco. Uno solo sopravvisse a tinta sventura; il giovine Vincent, unico superstite, raccontò un episodio che solo vaio tutta la lamentevole istoria. Egli rammenta che due passeggeri, due giovani sposi, fuggiti dalla cabina caddero avviluppati dalle fiamme privi di sensi in coverta e morirono insieme. Una giovine e bellissima signora con un bambino nelle braccia, pazza di terrore, invano cercava cui affidare il frutto delle sue viscere, finche periva circondata dalle fiamme senza abbandonare il caro tesoro. Altri gettavansi in mare pieni di spavento, pure di sfuggire al fuoco ; una signora invece, che era stata portata di peso in una barca, fu cosi atterrita dalle onde che preferì ritornare selvaggiamente a bordo onde morire in una corona di fiamme. Alcuni caddero nella stira dai crepacci che il fuoco faceva scoppiare qua e colà in coperta ; altri attendevano rassegnati il loro terribile fato. Quando Vincent, abbandonò la nave, alcuni superstiti in-