i4o DELL* HISTORIA VENETA 1649 1 biafími del popolo, lo fcandalo de’foldari, c fopra tutto lo fdegno del Rè, quando fatto adulto potclfe difeernere 1’ ignominia de’loro configli, deliberarono d’infirtere nelle pre-tenfioni j e far fapere al Bailo , che 1’ Ambafciatorc ben’ accolto farebbe, fol quando portaife la ceffione di Candia , e la reftitutione di Clifía. Ma perche fapevano in tempo di E-brain eflerfi dal Rè, e da quei Minirtri faftofamente diicor-fo, che tutto ciò non fufse, che un preliminare alla pace , e che per confeguirla, dovefse la República aggiungere grof-fi regali, e rifarcimenti di fpefe 5 hora per indurvela più facilmente , crederono bene di ailìcurarla, che niente di ciò al prefente fi pretendeva ; e volle farlo il Vifir con una lettera fila eftefa con termini di honore, & affetto, commemorando i mali gravi, & eftremi, a’ quali fuol condurre la guerra. Per darle più forza, e riportar con celerità le rifporte , mandò un’ huomo fuo, che giunto col Dragomano del Bai- lo d’improvifo a Venetia, fagacemente publicó di portare la pace. A tal voce tutti fi riempirono di curiofità, e d’atten-tionej ma udite le conditioni, il Senato con uniforme con-fenfo le rigettò ,• replicando tuttavia al Vifir inviti cortefi alla quiete, quando con giufti patti , rimefsa ogn’una delle parti nel pofsefso del fuo, volefse fermarla . Con ciò ritornati i Mefli a Coftantinopoli, mentre credevano i principali Minirtri, che fufsero abbracciati avidamente i partiti proporti, chiefta dal Bailo 1* audienza, udirono dirfi, che la República tenuta al debito, che ad ogni Principe incombe, di confervar il fuo, e difendergli Stati, non poteva di meno di non protegger i fudditi, e propulfare le offefe . Più voleva CS^ dire, e con fagg¡° difeorfo mitigar gli animi, e diverti-jt»u re la forza, quando il Vifir, comprefo, che Candia fi denegava , proruppe in tanto furore, che acciccata la ragione dal. l'ira, fatte chiuder le porte, ordinò, che fufse il Bailo ar-rertato co’Tuoi, e cuftodito prigione. Con ciò tutta la cafa del Vifir fi riempì di tumulto , e fatto ogni uno ardito ad infultare gli oppreffi , tra ftratii, e percofse furono rinchiufi in una ftanzacon catene al collo, e ferri alle mani. Col Bai- lo fi trovavano Giovan Battifta Ballarmi, alcuni de’ Dragomani, e ventiquattro altri ( i Segretarii Giulio Cefare Alberti, e Pietro ✓