4o4 DELL* HISTORIA VENETA 1658 chi ci offerirono pace, perche afpìrano ad altri dìfegnì, e / avviluppano in altri negotii ì Dunque cono/cono inoperabile Candì a, confettano la f\epublìca Vittorio fa , (j* il Senato co-fi ante. Quefì e il momento, in cui s affijja no da. tanti anni i noftri configli, perche i grand lmperii non poffono fiar lungamente con un folo efercitio , nè i "Principi applicar/t ad un folo intereffe. Agitano gli Ottomani nelle proprie difcordìe 3 il Vifir, huomo fagace, tenta fop ir le coll'impegno duna guerra ftraniera\ fono difficili quelle del mare 3 la militi a abborrijce F imbarco , riefce loro infauflo con le noftre armi 1 incontro 3 perciò egli procura con molta finezza di sbracciar fi da noi , e per confluir- lo non so, fe pili ci atterrifca, ò ci alletti 3 poiché fe il nomi di pace lufinga, la ceffone di Candì a troppo duramente fe-rifce. Ma tutto è arte . Ben conofce il Vifir, che non fi può cedere con un trattato ciò , che fe gli contende coll' armi 3 ma per foftenere il dccoro, vi chiede una cofa grande , acciocbe gliene concediate una minore. Credo, che il Vifir voglia la pace, nè io niego, che s'apra l'animo alle propofte : ma reputo, che co-fi antemente deliberando fi dì non mai cedere Candia, fiabene qualche altro partito propor fi, con cui, fulvo il fa fio degli Otto-inani, e la noftra fa Iute, babbi a da jìab il ir fi la quiete. Gran co-fe io potrei ponderare fopra le propofitìonì del Vifir 3 ma non voglio fmarrirmì tra l'ombre del tempo prefente,e k tenebre deli avvenire. Chi può credere il Vifir perfuafo deftorquere da noi piazza tanto ftimataf egli fteffo abbandona il penfiero di poter efpugnarla ¿Dove fono i preparamenti, e le armate, con le quali d/fponga dì traghettare in Candia potentiffmo efercito, fe ogni volta battute , non ardifeono più dì comparire sul mare, fe non fuggitive ? E noi in tale fiato di cofe, conf,Affandoci vìnti da fole minaccie, e perdendo la laude, (y il prezzo dì tanti perìcoli, e di tante fatiche, porteremo d fuoi piedi le dìfefe del Mediterraneo, e le chiavi d Italia^. Guardimi Dio da tali pen fieri, e che i noftri configli riefcano più funeftì degli ac dì denti della fieffa fortuna• Troppo caro comprereffuno la vergogna, (y il danno. Ma che giova fpargere ogni giorno il fangue , e confumar ì te fori, fe sbigottì* ti da un cenno di fiero nemico volemo cedere ciò , ch'egli per ambitione pretende ? Ma che a noi importa il dominio, e 1* gloria >. E fe agli Stati dovevano preferir fi le for^e , perche non