LIBRO DECIMO. 525 c nelle mezzelune appariva ; ma il più ftava nafcoilo con ra- 1667 mi profondi, preparando morte per tutto, dove gli aggreffo-ri ardiffero di avanzarli . Principalmente alla Sabionara , al Crevacuore, a San Dimitri, travagliarono con molti lavori , imperoche rifarcendo anche i Turchi in quella parte le vecchie trinciere, credevano i Veneti di elfere da quel lato più fortemente allaliti . Al Priuli era fucceduto nel Generalato Antonio Barbaro, huomo militare , pronto d’ingegno, e di mano , e di ugual peritia, e coraggio nello fchermirfi coli’ arte, e difenderli con la fpada. Il Villa ordinava operationi diverfe , dilatando piccioli Porti, e ridotti in campagna, e travagliando con frequenti fortite i lavori dell’ inimico . A fei mila foldati afeendeva il prelidio, oltre gli habitanti capaci dell’ armi, e prontiffimi alle fattioni. Non mancavano efperti Officiali, nè Ingegneri eccellenti. Più di quattrocento fi numeravano i cannoni tutti di'bronzo , & in gran parte di maggiore calibro. I viveri, e le munitioni abbondavano, e folleggiandoli dall’armata i foccorli, alcuno non vi era , che non attcndelfe intrepidamente il cimento. Il Senato niu-na cofa più incaricava , quanto che s’impediffero i troppo frequenti paffaggi de’Turchi, poiché fe riufeito non era fra-ftornare il tragitto di gente ( trentalei mila huoinini li calcolavano apprelìo il Vilìr ) almeno li procuralfe affamarla , e divertir il trafporto di tante cofe , delle quali un’ armata , & un’affedio ha bifogno. Molte londre veramente per naufragio perirono ; più vafcelli caderono in potere di quei della Republica ; altri non pochi furono preli da’Corfari Chri- ratto et. ftiani. Il più celebre fatto fù di Alelfandro Molino, che con dieci navi {correndo le acque , incontrò dicialfette londre , Melino. e tre faiche, delle quali cadè in fuo potere una parte, e fuggirono T altre, ma in particolare reftò fua preda la Tartana, che portava 1’avvifo , venir di Soria ventitré vafcelli con due mila huomini , comandati da Ramadan Bei del Cairo . S’ avanzò egli fubito ad incontrarli, e feopertine prima cinque, li obligò a prender la fuga , poi vedutine tredici li affali , travagliandoli col cannone tutta la notte . La mattina una faica , & una tartana cederono facilmente . Ma i legni più grò Ili moftravano di volerli difendere; anzi uno de’migliori ab-