264 DELL' HISTORIA VENETA 1650 coll efempio. E qual for^a poter opporfi a trenta navi, fe una di effe ba conqu affato altre volte i armata intiera de Turchi ? nel verno principalmente, in cui fogliano effi fi are difarmati, e fìcuri. TSlon negare , che vi fiano delle diffìcultìt, e de pericoli 3 ma fe la prudenza fi loda, quando nelle ardue occorrente funger if ce partiti, meritar ugualmente titolo di maligno, chi riprende gli eventi, che non dipendono dall' opinione , ma dalla fortuna y e dal cafo. Tali erano i fentimenti di alcuni fondati full' apparenza di generofità, c di coraggio, in un' imprefa , in cui altro che la novità , e 1’ ardire non poteva ftimarfi. Ma la maggior parte con prudenti configli mifurando le forze, e confi-derando il fito de’ luogl ,At l’incertezza de’venti, le difficultà del fucceflo, trovò meglWs, che fi procurafsc anche queft’anno impedir, ò almeno ritardai 1’ ufcita a'nemici. Ma fremendone i Turchi col folito fdegno, il Capitan Bafsà (fi chiamava coftui Alì Mazzamamma, i due Comandanti dell’anno paiTato per le difcordie effendo fiati deporti ) venne con quarantadue galee,, e due maone a’cartelli, e trovate ben difpofte le guardie de’ Venetiani, non ofando combattere, ancorché fi fufse vantato alla Porta di voler con ogni ardire tentarlo, fi fermò otiofamente alle bocche. Comparvero i Bei veramente con trenta galee per dargli mano, & aflalir i Venetiani alle fpal-le 3 ma ftando quefìi fermi ne’ porti con buona ordinanza, non fi efpofero effi ad altro cimento. Anzi allontanati per ifi attendere al folito tragitto, incontrarono la nave Inglefe Eli-iufty u- fabetta Maria licentiata dal Riva 3 e volendola riconofcere, dJjiSm y Spiegò il Capitan Tommafo Midelton la bandiera della Re-*u, bo