356 NICOLÒ CONTABILI va, per conto deU’autor nostro, essere vero quanto asseriva il Basevi, che la perseveranza nell’esperienze e nelle osservazioni, svelando fatti, arricchisce la scienza. I\è manca di viva descrizione il fenomeno della luce fosforica, proveniente dagli enti organizzati, le cui famiglie innumerevoli popolano gli abissi di tulli i mari, dai poli all'equatore, e che, a somiglianza dei raggi del sole, la natura fa giocar nelle attinie, al pari che in tutto il creato. Poiché sembra quasi, ch’essa voglia lasciar segno ovunque della presenza del suo potere, mettendo nell’acqua i pesci luminosi, le mosche scintillanti nell’aria, e coll’accendere quindi un fuoco, che, secondo L. Aiine-Martin, le acque non possono spegnere, e splende senza riscaldare, si propaga senza distruggere e si consuma senza mancar di alimento. Per tutte le quali osservazioni raccolse il Contarmi una serie di volatili indigeni europei, di molte varietà di mute e di età, come d’insetli, che in bell’ordine coordinava, e tutti egli solo, valentissimo com’era nell’iinbalsainare, preparò e dispose, meravigliosi a vedersi, con sapiente solerzia ed inarrivabil pazienza. E lo aiutava anche per la stupenda collezione l’insaziabile di lui passion per la caccia, onde iva pure alla preda d’insetti, come scrive egli stesso di aver fatto in quei giorni, che dice anzi beati, da lui scorsi nella casa dell'insigne prof. Genè in Turbigo, percorrendo quella vasta pianura, tutta coperta di eriche e in parte boschiva, ove crescono qua e là gl’ iperici o cecidomie, soggetto degli studii dello stesso Genè, inseriti nel t. XXXVI, p. 287 delle Memorie dell’ accademia delle scienze di Torino, dal Contarmi esaminati. Iva poi egli a caccia anche di selvaggiume e di uccelli gentili per le nostre valli, munito di schioppone e schiopponcino, e col fido suo cane a’ fianchi, quasi naviglio armato col limone e colla bussola, qual egli descrive nei Cenni appunto sulla caccia, inseriti nel voi. II della J'enezia e me Lagune, e indicanti la sua somma maestria in quest’arte, ili cui figurò sempre come