1648 v»fli •* prgicnt Brufsellt! , * BUncmt-fail, fi felina il popoli in Parigi, cbudtnd* 1a toro libi• radimi> ehi tifi», fin*'* 216 DELL'HiSTORIA VENETA none, rinfègne, il bagaglio con chiara vittoria a’FranccÌT ; Giuntone l’avvifo alla corte, credè il Cardinale poter (otto l’ali della fortuna debellar 1' ardire del popolo , e gaftigare la contumacia del Parlamento j ma nelle mani del fato, anche Je fila delle cofe profpere fervono a teflere la tela de’ fuoi infaurti decreti. Refene publiche gratie a Dio , mandò la Rei-na ad imprigionare i Configlieri Bruffelles, e Blancmefnil ; e fatti porre in un cocchio , verfo Haure di Grace follecitamen-te s’incamminò, argutamente fcherzando elfere vinti gliSpa-gnuoli, e prefo Brulfelles. Ma non sì torto la fama dell’ arredo fi divulgò, che il popolo apparve attonito, & afflitto, come in cauia di comune dolore, chiamandoli padri de’ poveri , tutori della libertà. Pofcia in momenti cominciando il tumulto da pochi, vi aderì la maggior parte, alcuni defide-rando la mutatione delle cofe, e procurandola tutti. Tefe le catene, barricate le rtrade, e prefe l’armi, alcuni gridavano con ftrepito, che fi rendeflero i prigioni , altri configliavano con furore, che fi vendicaiTero contra i Miniftri. Il Parlamento unitoli, inviò fubito deputati alla Corte per fol-lecitare la libertà de' carcerati 3 e riportate iolo ambigue ri-fpofte, il popolo maggiormente commorto, minacciò il primo Prefidente degli ultimi rtratii, quafi che troppo partiale al governo , non s’impiegafie col vigor opportuno. Replicate dunque per nome del Parlamento fteflo l’iftanze, la Re ina credendo meglio vincer la plebe col difarmarla, vi acconfenti. Ritornati i due Configlieri in Parigi con grand’applaufo ; fi vide con fpontaneo , & improvifo trionfo gareggiar la loro ambitione con la femplieità della plebe . Accori! tutti i Grandi in quel tumulto ad ailìrtere al Rè, s’ era tenuto il Cardinal allertilo per falvarfi con la fuga , fe i folle vati avanzati fi fulfero verfo il Palazzo Reale : ma col ritorno de’prigionieri, calmato lo ftrepito, e per editto del Parlamento deporte le armi, credè di reftarvi ficuro . Non erano però quieti gli animi; poiché il popolo , comandata la deferittione degli atti all’armi, conofceva le forze fue, e per il timore della Corte fi rendeva più ardita la plebe. Il giorno tutto era pieno di mormoratio-nij la notte palìava in conventicole, & in difegni 3 ad ogni capo di ftrada libelli fi vedevano aiHifi contra il governo j il Par-