3C6 LEONARDO MANIN Oselle Ducali, e memorie diverse su Venezia, quando pochi coltivavano questi studii gentili e quando l’autrice immortale delle nostre feste si salutava Antigone Veneziana, per avere prima d’ogni altro resi pietosamente gli onori alla regina antica dei mari. Coi quali lavori eh’ erano di storia insieme e di letteratura, coltivata in più rami, alternava gli uflìcii del pubblico ministero nella beneficenza sempre con onoraria rappresentanza, e meritava di figurare presso il soglio imperiale, qual consiglier intimo, ciambellano e gran dignitario di stato. Nè mancandosi di tributare il debito onore alla di lui varia dottrina, era chiamato a seder come Preside nell’ I. 11. Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, ove inaugurava le tornate, con allocuzioni dignitose e faconde. Singolare coincidenza, che nell’aula stessa, ove tante fiate comparve il doge con treno di maestà, primeggiasse più tardi col cortèo della scienza il nepote. Di mite e soave bontà, di nobile e regai cuore, e di pietà e religione specchiata, fu il conte Leonardo esempio di domestiche e cittadine virtù, e dedicò molte cure anche per il decoro della stupenda basilica di S. Marco, di cui fu lunga pezza utile fabbricier tesoriere, e della quale ponea in luce qualche monumento, e con dotta dissertazione, ricca di sana critica, illustrava il fatto del rinvenimento del corpo del-P Evangelista nostro patrono san Marco. Egli sostenne sempre l’onor della patria, e del lignaggio illustre, da cui discese, e il 7 aprile 1854 gli chiudea gli occhi nel bacio di Dio la di lui esimia consorte, contessa Fosca Giovanelli, dama dell'insigne ordine religioso della croce stellata, colta e aggraziata dama, sorella al principe Andrea, che fu preside generale al congresso italiano degli scienziati in Venezia nel 1847, e nipote a quel luminare di pietà, che fu Federico Maria, l'angelo della Veneta Chiesa, di santa ed immortale rimembranza. Il dottor Venanzio, membro effettivo e segretario dell’ I. U. Istituto, con quella sua penna,