286 NOBILE VENEZIANO Di ABITO DA MASCHERA luoghi 1’ accesso. Aveano essi pertanto licenza d’indossar tabarro e bautta, e valendosi del privilegio, giunti appena alla festa, gettavano giù dalle spalle alquanto il mantello, e lo nascondevano, restando unicamente col velo, e colla elegante incipriata capigliatura, e co\Y asola sul cappello in acciaio, o in oro od in brillanti. E tabarro e bautta vestivano pure gl’ Inquisitori, e il lor segretario, come i capi dei Dieci, i savii e gli avogadori, quando passar dovevano, nei tempi della Sensa e del carnovale, alle porle dei teatri Grimani e Vendramin, per non essere un dall’altro distinti, e a viso scoperto, sapendosi però che passavano, come i soli mascherati. E anche ai gondolieri si dava talora la bautta e il tabarro, negl'incontri di diriger la gondola, per qualche grave ed occulta missione di stato. Strumento adunque la maschera della clamorosa e onesta gioia veneziana, e indispensabile espressione di sentimento nelle feste caratteristiche del governo, contribuiva insieme alle politiche mire, nella preservazion del secreto; era scudo in somma la maschera e salvaguardia della dignità e del mistero del principato. LE MASCHERE ANTICHE VENEZIANE. Nelle cronache dei primi tempi non trovasi fatto il benché menomo cenno della maschera veneziana, e tale silenzio induce a credere, che ne dati l’introduzion del costume dall’ epoca della conquista del Levante. Come è infatti notorio, che ivi non è permesso alle donne di uscir