170 SCUOLA ANTICHISSIMA splendore, che ora noi ammiriamo. Infatti, dopo quarantotto anni, per l’incuria del custode, che lasciò ardere alquante candele, divampò la Scuola, nella notte del giovedì santo del -1485, e il fuoco invase quasi intiero l’e-difìzio e una parte del monastero vicino, onde sulle ve-stigia dell’ anteriore si rialzò la fabbrica, in poco più di un lustro, mercè l’assidua pietà degli unanimi confratelli, assistiti potentemente dalle private elemosine, e dalle pubbliche largizioni del principato, che a ripararlo dai danni fruttarono l’assegnamento di ben cinquemila ducati (1). Il prospetto di questa Scuola è grandioso, e si ammira quale capo-lavoro di architettura insieme e di scultura di quel feracissimo secolo XV, che moltiplicò le meraviglie artistiche di Venezia. Tutto incrostato di marmi finissimi, e con pezzi ornamentali, che in origine erano tutti d’oro lucenti, ha magnifico il portone ad arco, e ricchissime le decorazioni, con bassi rilievi, lussureggianti di ogni genere di fregi, senza offesa della semplicità. Ivi le prospettive nei campi dei quattro interpi-lastri sono condotte con tal artifizio e giustezza di regole, che per sentenza di giudici competenti (2), inducono in inganno, e sorprendono come con sì poco rilievo si potesse portar tanto innanzi la illusione. Quindi è ingegnoso il collocamento delle due sculture in basso rilievo, rappresentanti istorie di san Marco, e specialmente dei due leoni grandi al naturale. Corrispondenti all’esterna facciata sono le interne sale superiori, fornite di molte finestre a foggia di galleria, a cui si giungeva per due ricche gradinate con colonne a sostegno, e ne rimangono tuttora gli archi di ingresso, un de’quali rimase al primo sito, e l’altro, a cura (1) Corn. Decacl. VII. p. 294-296. Temanza Vite, p. 93, (2) Diedo Fabbriche di Venezia.