DI SAN MARCO 325 glio, ma entravano invece in Pregadi, e nel consiglio dei Dieci per giunta, in riguardo all’nltezza massima della missione. Le ceremonie della elezione erano varie, copiose e solenni. Se l’eletto si trovava allora in consiglio, recavasi al cospetto del doge, e quivi da lui sul momento, o in assenza di esso, dal consigliere più anziano, ricevuta, per segno di elezione, una stola di velluto cremisino, discende« dal palazzo, accompagnato dai propinqui, e montato in gondola ridu-cevasi alle sue case. Suntuoso era l’ingresso dei Procuratori ; duravano per tre giorni le danze nel palazzo del nuovo eletto, con indicibile profusione di rinfreschi , e si ve-deano fuochi di artifizio, non tanto dinanzi al suo palazzo, quanto per la città; in grado eguale a quelle, che seguivano per una vittoria erano le feste e le luminarie. Le parature della Merceria, che furono sempre uno dei più imponenti spettacoli, si ammiravano sfarzose ; le merci più ricche, più gaie e di prezzo figuravano al pari delle manifatture nostrali, che pasceano la curiosità ; Venezia si compiaceva di sembrare emporio ; la libertà delle maschere moltiplicava spettatori e spettacoli. Dal ponte di Rialto sino alla piazza, le strade, per cui dovevano passare i Procuratori, per condursi a ringraziare il doge dell’onore, co-privansi di panno bianco, e tutte le botteghe, oltre l’espo-sizion delle merci, da cui appariva la ricchezza e il buon gusto dei negozianti, venivano ornate di quadri, di broccati d’ oro, di inerii e di trapunti d’ oro e di argento. I Procuratori regalavano poi i mercatanti di pani di zucchero. Vestivano abito rosso di damasco, con piccolo strascico, con stola di velluto intagliata con 1’ arma della casa. In senato e negli uffizi indossavano nera la vesta ; forse non li distingueva che la stola, e solamente in funzione portavano l’abito procuratorio. La stola era così larga da recare spesso incomodo ; la tenevano alla spalla sinistra, e il privilegio di portarla alla destra fu unicamente esclusivo a Melchiorre