252 LE COLONIE gran parte sotterra, perché si fecero espressamente per quella mole, e si costruirono corte e grosse, sono parole del Sansovino, acciò i vólti venissero più spessi e bassi, e quindi più forti per fondamento di tutta la fabbrica. La corta proporzione delle dette colonne permise, è vero, a taluno di credere che dall’ epoca della prima ricostruzione dell’e-difìzio sino ad oggi fosse nato un grande elevamento nel suolo, e che restassero quindi di molli piedi appunto interrite. Ma le accurate ispezioni de’ matematici più esatti, e dello Zendrini in ¡specie, e le ultime verificazioni del Selva valsero a convincere come ben poche oncie si ascondano alla vista di quei fusti sì tozzi. E il Selva anzi attesta, che nello scovo fattosi innanzi al palazzo ducale, per costruire il fondamento del piedestallo che portava la statua di Napoleone, si trovasse, alla profondità di oncie quindici del piede veneto sotto 1’ attuale selciato, un ammattonato a spin di pesce, fatto di mattoni di Aitino. Dal che si dedusse, che i pochi pollici lavorati delle colonne, che si riconobbero interriti, sieno quel solo di cui la vista rimane attualmente fraudata, giacché quella parte che trovasi più sotto, informe e rustica, verisímilmente era inserita e contornata da uno zoccolo, e da una base, o da uno o due gradini più assai bassi, per i quali si ascendeva al palazzo, ed il selciato non più profondo di oncie 15 a spin di pesce, fatto di mattoni di Aitino, potrebbe dubitarsi non fosse anche più antico ed anteriore alla ricostruzione del palazzo, seguita nel -1353. E pertanto provato ad evidenza, che le colonne si fecero determinatamente per la fabbrica del palazzo, non già che a quella, togliendole ad altro edifizio, si a-dattassero. E pongasi mente che agli angoli sono ben più mnssiccie, perché si conformarono a bella posta più colossali, dovendo reggere il maggior peso della mole, e veg-gasi infatti come l’angolo del salone sia tutto poggiato sulla colonna appunto del pian terreno, senza che abbia