-144 RIALTO la perdita del gius di vendere ; pena detta furatola, quale minacciasi in una parte del -1480. Ricordano altresì le antiche cronache l’inclinazione dei Veneti al navigare, e l’opera prestata nella fabbrica dei vascelli, e toccano, verità fosse oppur favola, di certo Eutinopo costruttore di navi in Rivoalto, a cui si attribuisce il voto per la erezione della chiesa di San Giacomo, ove si fosse estinto il fuoco, che si era appreso alle abitazioni dell’isola; primizie della pietà votiva degli abitanti, a cui nel processo del tempo fummo debitori degli edilizii torreggiami e stupendi, che nelle lagune si specchiano. E certo intanto che la chiesa di San Giacomo è la più antica, come allo sguardo apparisce, avendo dinanzi il sottoportico, fra le chiese tutte dell’ Estuario, e ri-staurata più di una volta, si vede ancora nel sito, ove fu dapprima costrutta, rimontando (1) 1’ attuale fabbrica al 4051, secondo anno del dogato di Domenico Selvo, e i suoi muri costruiti in pietra da taglio la preservarono senza dubbio dall’ultimo incendio il 10 gennaio 4513. Alla qual epoca era già fornita dell’ attuale orologio scopertosi ai 20 settembre 1422 la prima volta, e dopo 372 anni il 22 settembre 1794 la seconda, che batte e ribatte le ore, e fu opera di Antonio Doria, Vicentino. Distinguevasi Rialto vecchio dal nuovo, come si conoscono e si nominano ancora le vecchie e le fabbriche nuove, per il vecchio intendendosi tutto quello spazio, detto anche Caput llivoulli, e in particolare il sito della città, in cui erano comprese le officine dei setaiuoli Toscani, ricordati dal titolo di un’apposita via in quella Ruga, che si sparsero nei dintorni del Fontego, di San Giovanni Grisostomo, nella corte della seda, e della calle della bissa, o del bisso. E a non parlare del citato Fontego, che assegnossi in seguito ai Tedeschi, e fu costruito da Fra Giocondo nel 4507, sotto il dogado di Leonardo Lo- ft) Marin, t. I, 1. Ij c. p. 51, 52.