378 marc’ antomo cavasis nella religione, nelle lettere e nella filosofia, si acquistava il palazzo Da Mosto. Intanto il patriarca Milesi, morendo, o-norava anche gli ultimi istanti del suo sapiente pastorale ministero col decreto di approvazione del proposto disegno di una nuova congregazione ecclesiastica, sotto gli auspizi di s. Giuseppe Calasanzio; e questa nel 1820 si attuava, onde sorgeva, rimpetto al palazzo Da Mosto, il convento. Veniva-le già conceduto il privilegio dell’insegnamento di tutto il corso delle scienze, compreso lo studio del teologico scibile, e ne uscivano sacerdoti, egualmente che dal Seminario, appieno istituiti, che gettano luce nel clero, per ogni più bel fiore di dottrina e virtù ; e le scuole poi pei secolari si ammettevano superiormente in valida forma pubblica, al pari di qualunque ginnasio e collegio approvato. — L’educazione dell’uomo comincia colla vita: può egli nascere con qualche organica tendenza più a questa virtù, che a quel vizio, ma è certo che ognuno racchiude in sè i germi di tutte le virtù e di tutti i vizii, e che una buona o falsa educazione piuttosto quelle può sviluppare che questi, le passioni spuntando prima che la ragione stenda il suo impero. Il provvedere quindi, perchè la gioventù, massime delle classi estreme del popolo, al buon costume s’informi, è un’opera, la cui massima rilevanza è più facile a immaginarsi che a descriversi, e infinito è il bene derivante alla società da un istituto, condotto colla filosofia della religione. E il Cavanis può ben dirsi i! sapiente vero, che sostenne il grave e nazionale ufficio, la veneranda magistratura, il sacerdozio santissimo della religione. Fu miracolo infatti per quaranta e più anni, sì per l’abnegazione di sè e per l’olocausto della vita come, per 1’ attivila del pensiero e per la costanza del proposito. Egli a Vienna otteneva visite ripetute e favore alle sante sue case dall’ imperatore Francesco I, e largizioni e sussidii ; a Roma conseguiva dai papi pingui doni e privilegi, tutelato avendone la gran causa Pio VII, Leone XII,