26 DELL* HISTORIA VENETA 1644 te. Bechir fi preferito ad Otranto, con terrore della Città j e del paefe per la memoria de’ tempi andati, e per la debolezza delle guardie prefenti. Mà il vento gl’ impedì d’ ac-coftariì, rifpingendolo alla Vallona, da dove fciolto, fi fece vedere nell’acque di Taranto, e polla gente a terra, fvali* giò Rocca Imperiale, con afporto di quaiì ducento (chiavi. Se quella moifa fuffe a fuggcftione de’ Francefi, come gli Spagnuoli divulgarono , per tener diftratte le forze del Regno di Napoli, òpure principio di più alto diiegno de'Turchi per ifcuoprire la difpofitione nella difefa delle marine d’Italia , reftò tanto più dubbiofo, quanto che a maggiori penfieri fù da improvifo accidente follecitata la Porta. E ufo della Religione Gerofolimitana fpedire da Malta, dove riilede, in corfo la fua fquadra di fei galee per incomodare gl’ infedeli, & avvezzaci fuoi Cavalieri al Mar’, Se a’cimenti. Queft’anno fotto gli aufpicii di Gio. Paolo Lafcari, Gran Maeftro dell’ Ordine, la comandava il Generale Gabriel Baudrand des Chambres, Francefe. Ufcito egli, e portatofi nelle acque di ¿‘gÌvÌvì. Rhodi in traccia della Caravana, che in quella ftagione paf-*UiMalta, fa Coftantinopoli al Cairo, e poi titorna col carico di ricche merci ,* la fcuoprì la mattina de’ ventiotto Settembre, che veleggiava verfo 1’ Egitto, comporta di tré groffi Vafcel-li, che chiamano Sultane, e da molto numero di Saiche, e di legni minori. Sopra uno de’ Galeoni ftava imbarcato Zam-bul, Agà Eunuco, che con rara fortuna paffato fotto tre Imperatori per diverlì minifterii, foftenuto haveva ultimamente l’importante carico di Chislar Agà nel Serràglio , che vuol dire, delle donne cuftode ; e teneva raccolti molti tefori, frutti delle venalità de’fuoi impieghi. Hora volendo falvar-li dalle rapine del Rè, più toilo che accrefcerli nell’inftabi-lità della Corte, con licenza di Ebrain il ritirava alla Me-ca. E quel viaggio appreflo i Turchi pegno fagro di falute, c di gloria; perciò oltre la famiglia dell’Eunuco, che concava di donne, e di fchiavi con oro affai, e gemme d’im-menfo valore, moltiilìmi altri con ricchi doni traghettavano il mare per viiìtar il fepolcro famofo del falfo Profeta. A > tal vifta reftarono i Malteii perpleili , feorgendo la preda , Se infieme conofccndo il pericolo di affalir con galee le altif-