SUGLI ORGANI IN VENEZIA. Chi legge nel c. 4, v. 21 del Genesi: Jubal fuit pater canentium cithara et organo, crede quasi sorta nella culla del mondo la mirabile macchina. Eppure il vocabolo organo ebbe sempre in antico un significato vastissimo: era nome, a così dire, collettìzio, che al meccanismo indistintamente applicavasì di qualunque ¡strumento di musica. Tanto è vero leggersi nella Bibbia, che il popolo cantava (-1) diversi generis organisi che nella danza dinanzi 1’ Arca percuoteva Davidde organos harmonizatos (2), avendo cioè, come spiega un Commentatore, legati alle spalle alcuni strumenti armoniosi, che col movimento della persona concitati sonavano; e che gli Ebrei cattivi sospendeano le cetre nel mezzo dei salci, curvanti sul fiume dì Babilonia i loro rami spiovuti: salicilms suspendimus organa nostra (3). Quindi tutte le volte, e sono ben molte, che nei libri santi si nomina 1’ organo, chiaro apparisce intendersi di parlar del salterio (4), appellato organus David, e meglio ancora in più passi, organus carminimi (5). Non mancavano perù,- come di strumenti da corda, così di quelli da percosso e da fiato, anche gli Ebrei, se vogliamo scorrere il periodo monarchico della loro istoria, il solo favorevole alla coltura della musica, che vinse poi la fama degli altri colti popoli dell’ antichità. Prima infatti della incoronazione del primo re, fondava scuole e collegii Samuele per erudire gli Ebrei nella poesia e nella musica; nel regno di Davidde, maestro nel tocco dell’ arpa, con cui sedava gli accessi del delirante mo- (1) II Paralip. c. 29, v. 27. (2) Reg. II, c. 0, v. 14. (3) Psalm. 138, 2. (4) Par. II, c. 29. y. 26. (5) Par. II, c. 8, v. 6.