E IL SUO PONTE 457 tuose fabbriche inoltre di architetti insigni non sarebbero nel materiale deturpate, con ¡sconcio anche alla vista, per la qualità delle diverse ignobili mercanzie; dischiusi lutti in tal guisa quei porticati all’ intorno, per gentile ritrovo di cavalieri e di dame, con onore dell’ arti belle, e con riverenza ai magistrati vicini potrebbero servir di borsa ai merendanti, i quali, ove si trasportasse in quel centro anche la Camera di Commercio, unica a San Marco rimasta, avrebbero la tutela quivi delle proprie cause e ragioni nel Tribunale Mercantile cambiario, colà pur residente. Circa la illuminazione, quando non era per anco dal Senato decretala per l’intiera città, ciocché fu nel 1732 ai 23 maggio, coll’ obbligo di contribuzione a tutti, eccettuati i miserabili, s’illuminava quel circondario da un capo all’ altro, colle volontarie obblazioni di caritatevoli persone. E fu ordinato ai 2 settembre 1450 dal Consiglio dei Dieci, che sotto il portico della drapperia si accendessero quattro lampade ogni sera, le quali durassero sino alle quattro di notte. E nel 1453 i provveditori al Sale pagavano 1’ olio dei cesenclelìi di Rialto, secondo i decreti portali dal Rosso nel suo repertorio delle leggi del Sai; non accendevansi nei plenilunii, nè pagavansi dai privati, se non mettevano al lotto, e i piovani aveano la cura della illuminazione fino dal -1128, che cominciò a diffondersi per la città. Quale sensibile differenza di tempi 1 Ora il gas spoglia la notte più procellosa della tristezza e delle ombre, e le vie di San Marco e la teatrale e storica piazza come astri d’argentea luce risplendono, c prolungati all’ uopo i sotterranei tubi del prossimo campo di S. Bartolonuneo, si profittò della facilità di far circolare il gas sopra le cornici ed i tetti a volto delle botteghe, per illuminare il gran ponte nel triplicato cammino, e quel gioiello in tal guisa sul gran canale a pieno diritto riverbera. Nè vi è così più il difetto di luce nelle inclementi e oscure notti, ch’era facile da