L’ ABBAZIA DELLA MISERICORDIA 25 culto e meraviglia del forestiere, se non ne veniva il governo commesso a monsignor abate canonico dottor Pietro Piantoli, cappellano conventuale commendatore del S. M. 0. Gerosolimitano, ragguardevole soggetto, e per dottrina e pietà in Venezia e in Italia famigerato, che tutto pose in opra sè stesso, e le sue infinite risorse, nella legale sapienza, nel ricorso alla pietà cittadina, alla Santa Sede ed ai principi, per sottrarla allo squallore e al pericolo di cadere annientata. Poiché assunto egli nel luglio •1828 il priorato, quando cadenti erano per vetustà le muraglie e gli altari, il ponte di comunicazione disfatto, il claustro in disordine, in estremo deperimento l'ubbaziale palazzo, con innuinerabili cure e dispendi ingenti, dal 1828 al 1844, come narra diffusamente il chiarissimo professor Ermolao Paoletti nel suo Fior di Venezia, provvedeva che si ristorasse dalle ingiurie del tempo la fabbrica, che si ricostruisse il ponte, si riducesse nell’inter-no la chiesa in cento fogge abbellita, e si rialzasse 1’ ab-bazial residenza, ov’egli abita oggidì. Indi otteneva un altare di fini marmi dal tempio dei Camaldolesi di Murano , e i sedili marmorei n spalliere che ad uso di quei monaci costarono dodicimila ducati, e due colossali statue del Vittorio, e un bassorilievo, e altre opere del Buono, antichi ornamenti della vicina Scuola grande soppressa, e il monumento di Luigi Malipiero, che stava nella chiesa di Santa Maria Maggiore, due altari di marmo delle Convertite, dodici marmoree croci della chiesa di Sant’A-gostino; e oltre le sculture del Dentone e del Campagna, raccoglieva dipinti del Bonifazio, del Padoanino, del Ri-bera, del Mazza, del Tintoretto. Nè a ciò soltanto si restrinse il merito di monsignor abate Priore, chè due pitture inestimabili guadagnava alla chiesa, con profusione di sudori e di esborsi, per investirne di una il prezzo a prò del suo tempio. Fu la prima l’Angelo e Tobia, squi-