GIOVANNI ANDREA FONTANA 371 1796: Avea il Fontana i migliori caratteri, e le qualità più proprie alla delicatezza e importanza del sovrano servigio., dimostrate colle giornaliere applicazioni nelle più difficili gelose materie dell'augusto consesso, che ben lo resero meritevole degli effetti della pubblica munificenza. Sussistendo infatti da qualche periodo interrotta ogni amichevole corrispondenza, per parte della repubblica, colla reai corte di Torino, e deliberatosi dal senato di trasmettere ivi di nuovo un residente, venne tre fiate riproposto c riconfermato il Fontana, che munito subito delle credenzia- li. in concorso a varii ministri presso altre reali corti di Europa, parti di Venezia il 5 gennaio 1781. Ammesso all’udienza del re, a mezzo del ministro di stato conte di Perone, giunsero al senato i segni di amicizia, rannodanti l’antica corrispondenza fra le due sovranità, ma pervennero insieme gii elogi per la scelta dell’ incaricato, che soavi e gentili atti accoppiava a decoro e gravità di portamento e di a-spetto. Già della grazia reale avea seco documento visibile, nel ritratto in brillanti di Vittorio Amedeo, da cui trasse in cera l’effigie, da me nipote custodita, e che lo somiglia al naturale ; e il senato lo accertò del suo gradimento, concedendogli, dopo un triennio, la seconda provvigione di annui ducati 120, equivalente una decorazione di stato, e ch’era in massima, come suona dal nome, un vitalizio emolumento. Non diversa missione poco appresso sostenne, ma con merito più grande, essendo più ardue e delicate le circostanze politiche, che allora turbavan l’Italia, qual ministro residente all’altra reai corte di Napoli, il dì 8 maggio 1787. E tosto che si concepiva pertanto 1’ utile idea di una lega italica difensiva contro i progressi del serpeggiante spirito d'innovazione, non indugiava il Fontana ad inviare i suoi avveduti e reiterati dispacci al tribunale degl’inquisitori (I). (t) Vedi pag. 19 usque 22 del t. ì, Raccolta Tentori.