800 LE GONDOLE compenso del nolo di un giorno di sei soldi piccoli, con oh-bligo di fornire fieno, paglia, stalla e un quartarolo di biada; dal che risulta, che i forestieri conducevnnsi i loro cavalli, e li collocavano presso gli osti (1), a’ quali era da un decreto assegnato, se fermavansi giorno e notte, il prezzo di soldi quullordici per ogni cavallo. Inoltre ai Consiglieri pagavasi il salario sotto il nome della mulella, perchè al tocco di una campana di San Marco, che invitava al Consiglio, quelli che doveano intervenirvi, montavano sulle mulelte, e si avviavano alla piazza, onde la campana diceasi trotterà dal trotto degli animali; l’uso dei quali vuoisi durasse fino al 1297. Tale costume dei cavalli continuò ben oltre il 1400, e il doge aveva una scuderia magnifica, e dei leggiadri e ricchi corsieri, per girare intorno alla piazza, e ripassare da San Marco a Rialto, secondo il dover suo, alle sedi dei magistrati. La Repubblica stessa manteneva per decoro, come suoi specialissimi, sei cavalli suntuosi, a spese del comune, ed era un alto favore se la Signoria permetteva a taluno di cavalcarli; uso che aveva cessato da 180 anni ai tempi del Sansovino, essendovi stata la cavallerizza, dove sorse il teatro novissimo presso 1’ o-spitale dei Mendicanti, luogo capace per 75 cavalli, mante, liuti da 24 gentiluomini, i quali formavano un'accademia e stipendiavano un cavallerizzo, anche per eseguirsi in carnovale dei giuochi cavallereschi, correndosi alla quintana e alla giostra delle tre teste (2). E il doge Michele Steno possedeva una scuderia migliore in confronto a qualunque principe d’Italia, e sono già descritte dagli storici le giostre, seguite nella piazza di San Marco, e specialmente quella del 1405 per la disfatta dei Carraresi, l’altra per la (1) Contavansi n. 20 le osterie in San Marco e Rialto nel 1797. Dipendevano gli osti dai Governatori dell’entrade, e per le rendite, dal Magistrato della giustizia nuova, e dal collegio dei VII Savi. (2) Sansov. 1. 9. pag, 396 n. Martinioni.