304 BENEDETTO VALMARANA tempo occorse nella sua patrio, e quanto di seelto e di ameno, in materia di libri, gli veniva alle moni, massime se riguardanti P inesauribile storia di questa natale sua terra. Laonde prezioso, anzi inestimabile è il tesoro, che egli lascia, in ispecie di bronzi, di bassi rilievi, di sculli avorii, di porcellone, di vetri, e d'infinite curiosità d’interesse, oltre la collezione di medaglie e di metalli, dal XIV secolo fino n noi; e ricca è soprammodo e importante la biblioteca, con gran numero di miscellanee, contenenti le mille opere di autori sparsi, con serie d’indici alfabetici, disposti in bell’ordine. Poiché teneasi a giorno di quanto si pubblicava, e volea un esemplare delle opere, degli opuscoli, e perfino di ogni foglio volante, che usciva in luce su ogni argomento, e in ogni incontro, col culto discernimento che Io distingueva, e colla rara, per non dir unica, esattezza sua caratteristica. Era quel passionato suo genio la misura, a così dire, del suo animo; traeva egli da esso la cara abitudine di farsi al povero artista nei duri anni del tirocinio splendido mecenate; metteva in alto la sua inclinazione alla benevolenza e alla gentilezza ospitale, agevolando il mezzo agli studiosi, che a lui ricorrendo, Irovavan di botto quanto a gran pena, e forse indarno, attingevano a più larghe fonti comuni, come li giovava del proprio, per (’edizioni che pubblicavano; e secondava insieme il patrio suo sentimento, quasi col poeta sciamando: » Poiché la carità del natio loco » Mi vinse, raunai le fronde sparte. » Di tali esimie qualità, a francar la mia penna dalla benché menoma taccia, daranno fede gli amici, ch’ebbe numerosi, varii dei quali tra’ più intrinseci per ingegno e per cuore eccellenti, e, ciò ch’è più difficile a trovarsi, sinceramente affezionati e immutabilmente costanti all’ esimio, di cui sarà sempre sacra la ricordanza, come preziosa l'immagine di una bontà, che sarà giustamente retribuita di quel-