266 SOTTERRANEO verenti ambasciatori, principi, re d’Italia e imperatori, e vi mettea il piede anche l’infelice doge Pietro Tradonico, che nei recinti del tempio da proditoria mano aggredito, si lasciava miseramente il 43 settembre 864 esanime sul terreno, e vi penetrò lo stesso Vital Michiel II, altro benemeritissimo doge, che non meno sventurata ebbe la sorte, e veniva sulle soglie raccolto boccheggiante dai monaci, che a quel tempo tenevano in cura il santuario. Poiché era doppio, al par d’altri antichissimi, questo pur principesco e ragguardevole chiostro di vergini benedettine, che dichiarato fu di prima classe anche dopo tramontata la stella della Veneta Domi* nazione col decreto 28 luglio 1806, il quale vi aggregava le monache della Croce de’ Ss. Cosma e Damiano della Giu-decca. Sotto di queste volte sante moveva l’immortale pontefice Pio VII, dopo celebrata la messa la prima domenica di maggio, e lunga pezza sofiermavasi in orazione; del quale avvenimento davano testimonianza alcuni motti incisi a piè del calice, dalle monache proflertogli, come rimane ad attestarne la verità un’ epigrafe, che tuttora in una delle pareti si legge e che l’attuul parroco benemerito ci ricorda (1). (i) Un monumento di tanta preziosità rimase da otto anni abbandonato, ed era a prezzo delle operose sollecitudini di un piissimo uomo, che nomineremo a cagion d'onore, nel fu D. Giovanni Paolo Lorigiola, sacrista di chiesa, che si restituiva nel 1844 alla venerazion primitiva. Ma pur le acque in occasione di escrescenze lo rendeano impraticabile talvolta, e forse lo sarebbe divenuto per sempre, come avvenne della Sotto-Confessione di S. Marco, se il sacerdote egregio, D. Giacomo Scordillj, non istudiava il modo di ovviare al disordine, e avvisaudo ai mezzi, mercè una colletta pubblica, non provvedeva, perchè coll* asfalto del pavimento, e con eguale intonato delle pareti, non s’impediva di penetrare all* umidità. Cosi nel dicembre 18 seguiva un grande ristauro, per la pietà di quel benemerito, ed ora è aperto il sotterraneo in tutti i venerdì; nella quarta domenioa di settembre d’ogni anno si celebra poi con grande solennità la festa del Crocefisso, e nei tre ultimi giorni delia settimana santa rimane all* adorazione del popolo: trasformato allora il santuario, quasi per incanto, nelle delizie di un nobile e fiorito giardino.