I NON’ZOLl 319 In alcuni paesi vigeva pur uso più tardi, che i chierici suonassero anche le campane, assai congrua dicevol cosa, essendo quei bronzi consacrati dai vescovi, e non potendo non essere regolare, che persona, almeno degli ordini minori rivestita, si prestasse a suonarli. Essi, gli ostiarii, accendevano inoltre ed estinguevano i lumi nel santuario e intorno alla chiesa, e salivano gli altari per adornarli di piccoli addobbi e di Dori. Gli accoliti poi attendevano ai paramenti, agli arredi e ai necessari acconci, nella varietà delle funzioni, secondo le solenni norme dei liturgici riti. Ma all’avanzarsi in seguilo dei candidati nelle gerarchie del ministero, si sminuiva il numero dei chierici, e mancavano ai bisogni del culto, onde cominciò a introdursi un custode secolare, detto nonzolo nel veneziano dialetto e in qualche città di terraferma menevello, o quegli che mena all’ avello gli estinti. L’ ufficio d’ altronde non è senza una dignità, perchè, oltre 1’ intrinseca di appartenere in qualche modo al servigio del culto, v’ ha quella procedente da una specie d’indulto, dato dai rispettivi prefetti ai templi, per cui è ai nonzoli conceduto di poter pulire e preparare i vasi sacri, per la sacerdotale celebrazione del gran Sagri-fizio, il qual privilegio parifica il nonzolo ad un tonsurato. L’assisa nelle sacre solenni funzioni è rossa, a foggia di cappa ; antico vestimento, introdotto dai sodalizi del secolo XIII, per motivo di penitenza, quando si baltevano i confratelli con coreggie e con scope, perciò delti battuti, onde si introdusse 1’ uso della sopranu, nominata poi cappa, con cui celavasi la persona che si scopava. Anche 1’ a-bito è pertanto una memoria storica, richiamando al pensiero l’origine delle famose scuole grandi, composte di 1200 individui per cadauna, fonti di beneficenza universale per Venezia. Ai tempi di -san Gregorio Magno, san Costanzo era custode di una chiesa iu Ancona', ove fiorì per celeste pie-