174 Tf> TEMPIO San Marco, colle trombe squarciate, si mosse il doge Francesco Frizzo dal sedile, che occupava nel coro rimpetto il primicerio, e preceduto dalle trombe, dalla sedia, dall’ombrello e dagli stendardi, coll’ usato cortèo nella piazza comparve. Tosto su apposito eretto poggiuolo 1111 Comandadore bandiva la piena liberazion di Venezia dalla pestilenza letale, che per sedici mesi aveva mietute le vite, nel territorio della repubblica, di seicento e ottantadue mila cento e settan-tncinque persone. Irruppero a quell’annunzio di vita le artiglierie, le campane e le sinfonie musicali, che soffocarono l’espressione della cittadina esultanza. E già in ordine di processione sfilarono le sei scuole grandi, con somma copia di argenti e di cere, e i frati di molti ordini, all’ombra di oltre venti vessilli, compresi i Teatini e i padri di Santo Spirito, non soliti di intervenirvi, tutti con piviale e reliquie in mano, i Serviti, i Crociferi, i Geronimini, quei di San Giorgio e i Gesuati; vernano quindi il Seminario, i maestri di cappella, e fra torcie, squille e tamburi i ministri di sanità, i canonici e il baldacchino, che copriva l’immagine della Vergine, di cui presero le mazze i provveditori e sopra provveditori alzatisi dai loro scanni, e venuti vicini al primicerio, in abito episcopale e al seguito dei giovani di cancelleria, vestiti di paonazzo, dei segretari, del cancellici- grande Giovanni Battista Padavin, del doge coll’ ambasciatore di Francia, del senato tutto vestito di porpora, e di numero infinito di gentiluomini. Quei diversi drappelli rappresentanti il fior della patria, colle assise solenni della chiesa e del foro, movevano i passi alla prima visita del tempio votivo, sacro a Maria della Salute. Non era sorta però la grandiosa mole per anco, che oggi nelle acque si specchia, e nell’aere torreggia, e visi-tavasi allora un provvisorio tempietto, che in quattro giorni di lavoro si avea costrutto di tavole. Era bensì quell’area medesima, destinata alla formale erezione più tardi del sontuoso edilizio. Infatti Simeone Contarmi, Girolamo Soran-