46(5 scuola desi il soffitto, eli’ è grandiosamente lavorato ad intagli (1) colle insegne nel mezzo di tutte le Scuole grandi, dominate dal leone di San Marco, e eh’ è dorato in alcune parti, opera rimasta sospesa, perchè vuole la tradizione, dovesse ogni guardinn grande indorarne un pezzo a sue spese. Delle statue, e di un Crocifisso di pregio col gruppo degli ostanti sul monte che decoravano (’Oratorio di San Filippo, eretto nel 1675, e ora distrutto, si ornò la grand’ara. Inoltre si raccolsero migliaia di reliquie, e quelle specialmente del Santo Patrono, avute nell’ occasion dell’ ultima riposizione delle ossa (i) dietro la mensa dell’ altare maggiore della Basilica, e del patriarca sant’ Aniano, discepolo e successore di san Marco in Alessandria, del patriarca «anto Erinagorn di Aquileia, e dei patrizi nostri san Gerardo Sagralo, vescovo di Ungheria, e san Lorenzo Giustiniani, primo patriarca di Castello. In tal guisa arricchito il picco- lo santuario, che ottenne recenti pontilicii privilegi, servì ancora agli esercizi pietosi, dove la maestà del Senato il giovedì santo di sera alla passione assisteva, e dove si celebraron l’esequie ad Angelo Emo, ultimo Veneziano. E sarà provvidenza, che quell’ edifizio, dianzi isolato, nel ri-volgimento dei tempi siasi strettamente connesso alle mura scamozziane, per divenire 1’asilo degl’infermi, 1’ ingre»so all' ospitale, la vera scuola di carità e beneficenza. (1) Sopra una porta, che tuttora sussiste intatta nella sala superiore, vedesiin un basso rilievo acl intaglio un guardián grande, con l’abito della scuola, in ginocchio davanti san Marco. Vi fu un tempo che, come distintivo conceduto alle scuole più illustri, il Guardian grande portava le vesti ducali rosse con maniche larghe, c pelli di lupi cervieri. V. Cronaca famiglie cittadinesche del secolo XVIII. (2) 11 corpo di sant’ Aniano venerasi nella nostra chiesa dei minori conventuali a Sali Toni.), e nel Friuli quello di santo Ermagora. Le sacre ossa poi del Sagredo si custodiscono in San Donato di Murano, e quelle del Giustiniani nella cappella maggiore della cattedrale di Castello, opera laudatissima di Baldassare Longhena.