DELLA SALUTE 179 lìriche, e palagi pomposi, è monumento anche adesso della perdite nostre, poiché ci furono involali tanti padri della patria, e personaggi di valore e di senno, e luminari della religione e delle scienze, e saldi puntelli di famiglie cospicue. Cessato adunque il letal moj’bo devastatore, e lunga pezza negli espurghi occupata la vigilanza delle pubbliche magistrature, si cominciarono a gettare le fondamenta della grandiosa basilica, e si basarono esse sopra un battuto di un milione cento e cinquanta sei mila seicento e cinquanta sette pali (1), e ben ventisei mesi in questo lavoro si spesero. Architetto della gran mole fu Baldassare Longhena, che nato in Venezia ebbe il cav. Duodo a mecenate, e a maestro, per quanto dicesi, Io Scamozzi, autor del duomo di Chioggia, delle chiese di Santa Giuslina, di San Tommaso e dell’ Ospedaletto, dell’ interno della chiesa dei Scalzi, del deposito del doge Pesaro ai Frari, dell’aitar maggiore della cattedrale di Castello, e dei palazzi Widman, Da Lezze, Battagia, Rezzonico e Giustiniani. Egli diede prove d’ ingegno poderoso e intraprendente, di fecondità nei ripieghi, nelle industrie e nelle sottigliezze dell’ arte, gareggiando con onore fra Io stuolo dei suoi contemporanei, già tutti preoccupati da un gusto ardito ed esagerato, onde bene il Diedo rifletle, che a torto lo avvilisce il Temanza, negandogli il titolo di architetto, nè volendolo considerare più che un semplice squadratore. Poiché la sua opera gli dà seggio anzi fra gli architetti più esperti, e la fermezza di tanta mole, rimasta sempre inconcussa, e la orditura della cupola lo distinguono ancora fra i più bravi statici e i più periti meccanici. Quaranta anni di lavoro continuo (2) non bastarono a compiere la fabbrica insigne, e ad essa premoriva il Longhena, il 18 febbra- (t) Martinioni, agg. al Sansovino p. 278. (2) Ragguaglio Moscliini sul Seminario e chiesa della Salute.