NICOLÒ PRIULI 363 ria, ile ha scrilto il nome nel cuore al par di Venezia, di cui sarà egli ognora, e per più eminenti rispetti, dolorosa rimembranza e mestissimo desiderio (1). BENEDETTO VALMARAINA. Amor mi mosse, che mi fa parlare. Dante. A chi, fra i cultori massime de’ bei crocchi, non suona dolce e cognito in Venezia il nome del conte Benedetto Val-inarana, tipo dei cavalieri costumati e gentili? Anzi chi potrebbe da quel nome scompagnare l’idea di una cortesia che pareva persona, di una bontà egregia e disinvolta, di un’indole mite ed umana, di un abito gioviale ed ingenuo, ritraente l’impronta del vero carattere veneziano, che « di sè faceva a sè stesso lucerna, » per mostrar che « la faccia sua era faccia di uom giusto »? Benché discendesse da lignaggio antico ed illustre del Veneto, che il titolo comitale ripete da Corrado li e da Carlo V, come gl’ incrementi di luce dai più insigni stipiti d'Italia, era pure straniero per tempera ad ogni sentimento di vanità e di fasto, e seppe infatti con freddezza, rara a’di nostri, a qualche onore, che spontaneo gli venne, rinunziar non curante. Ma d’altra gloria fu bensi ricercatore sollecito, e nobilmente ambizioso; e fu questa l’amore intenso, che nudri ancor giovanetto, con lode della storia contemporanea e non saziò che colla vita, di raccogliere con avidità e con solerzia quanto di squisito nelle belle arti iva sparso qua e là per le vicende molte in breve (t) 11 conte Nicolò Priuli cessò di vivere IMI febbraio 1854.