236 l’ antica nel 4574 d! ordinare l’alleslimento in Venezia, per la solenne venuta di Enrico III di Francia, e si ricorda aver egli felicemente tradotta nel volgare idioma la rettorica di Aristotele, e avere sceltissima posseduta una biblioteca, raro uno studio di anticaglie. Così dotto famigerato e a-cerrimo disputante si riverisce Marc’Antonio nel 4586, cbe dettò varie opere, tra cui un libro de theoremate con l’iscrizione : de eo quod est ; un altro de Trantitu hominis ad Deum, uno del flusso e riflusso del mare, documento dell’eccellenza del suo ingegno, onde Sisto V, cbe più volte 10 udì mentre era inquisitore in Venezia, assunto appena 11 triregno, vescovo lo nominava di Ceneda. Fu poeta valente un Giacomo nel 4560; scrisse il dottore Andrea De bello Turcorum in verso eroico, Bellutn camaracense, libros VI, ed Elegiarum lib. I, e Loredana al doge Alvise Mocenigo consorte nel 4570, figlia ad Alvise Marcel- lo, era ingegnosa conoscitrice di piunte ed erbe medicinali, avendo conversato in Padova lunga pezza con Melchiorre Guilandini ; donna assai colta e di venuste sembianze, che s’inumò cogli onori di dogaressa, benché la condizione belligera dello Stato impedisse che il serenissimo consorte la conducesse allora trionfalmente in palazzo. Da sì eletta propaggine, e quindi d’Alvise, magnate nell'Ungheria e senatore in Italia, che creava del proprio in Alvi-sopoli, su inospite maremme, un nuovo centro di commercio e d’industria, e dalla specchiata matrona la contessa Lucia dama di palazzo e della croce stellata, figlia ad Andrea Memmo, dottissimo senatore effigiato in marmo nel gran prato della Valle, pel senno di lui in Areopago converso, nasceva il conte Alvise il 9 settembre 4799. E questi già membro degli Stati dell’ Austria inferiore, cavaliere dell' Ordine militare di San Giorgio della Riunione di Napoli, già primo tenente di cavalleria degli usseri di S. M. I. R. A. nel reggimento Chasteller; indi attaccato alla diplo-