LIBRO UNDECIMO. 567 ni prendendo fuoco con horribile Spavento inferivano ftrage. 1668 Sopra tutti nelle fortite il Tenente Colonnel Pini fi fegnala-va, che refa pratica de’cunicoli intrecciati' de* Turchi, conduceva francamente i foldati a Sicuri vantaggi. Ad ogni modo era tale giudicata 1’ urgenzache non badando i mezzi ordinarii, applicavano- i Comandanti a quafi difperati configli » Vedevano avanzarli il nemica, e cader ad ogni momento i foldati; perderli gli Officiali migliori, morti in gran par-te, e molti feriti ; gl’ingegneri fcarii d’inventioni, e ripari. Dunque negli eftremi pericoli non s’afpettando rimedio, che da un’altro forfè maggior pericolo y fu porto in confulta di dar l’ armi alle ciurme , chiamar gli habitanti alle breccie , e col fior della militia fortendo far una prova eftrema ò d’allontanar dalle muraglie il nemico, ò di fagrificarfi con me-morabil’ efempio. Mà fi dileguarono prerto così funefti pensieri > e perche i Turchi trovando per tutto afpra contefa rallentarono alquanta i Ior palli , e perche giunfe col Generale Battaglia , e con Taddeo Morofini Capitan delle navi in ajuto valido corpo di gente . Oltre iT reggimento col foldo del Duca di Lorena levato in Provenza , che pur arrivò in quel procinto , udivafi fama di nobile Stuolo di volontarii, che di Francia veniva r e la Stagione avanzata all’ Ottobre r cominciò a portar i Suoi- frutti, conciofiache cadendo piogge, e per vento di tramontana gonfiandosi il mare, rollarono inondati alla Sabionara gli alloggiamenti, & i ridotti, ne’ quali molti Turchi fommerfi, convennero gli altri rallentare gli attacchi. Non così al Sant’Andrea, dove 1’ altura del Saffo,. e la durezza del fondo permifero a Turchi di fermarli, M;fanu e di operare tutto il corfo del verno ^ Diedero certamente fifenn^é prove’d’incredibile fofferenza, poiché tra i turbini, e le tem-pelle frequenti di quella Stagione fletterò mezzo gelati nel- va\e lor° l’acque , e tutti molli, efpofli all’ingiurie de’ tempi Allog- ÌZ'o'njTùZ giavano dunque in quella ftrifeia d’afpriffimo fafìo , formato dalla natura per lido, e lafciato per argine contra il batter dell’onde y e fuperando la comune credenza , l’allargarono in mare talmente,- che vi piantarono batterie, evi fabbricarono capaci ridotti. Vivevano nel campo con difciplina eccellente , perche la militia eifendo tra gli Ottomani la più N n 4 no-