DI S. MARCO 465 (In Pio VI, e le due del Louisa n. 8, e n. 20, una colla facciata della scuola, I’ altra colla veduta del campo. Si studiò allora altresì la vera posizion del Leone, e dalle citate stampe, a cui dobbiamo attenerci, risultò die fino al 1797 era collocato colla testa di prospetto, e in atto di camminare da sinistra a dritta di chi lo guardava, col libro aperto tenuto al disopra colla zampa sinistra, e colla coda non alzata, ma stesa, come quella del Leone della piazzetta. La qual posizione era ben differente dall’ altra, che gli dà il Cicognara nelle Fabbriche cospicue, non di prospetto ma in profilo, in atto di camminare da dritta a sinistra di chi lo guarda, e colla coda fra le gambe. E certamente, come riflette il Cicogna, pubblicava il cavaliere quella tavola, quando il leone non vi era più, e studiò egli la posizione sulle tavole precedenti. Sicuri sul fatto, pensavasi di costruirsi il Leone di rame cesellato, come quello sulla facciata della Basilica, coll’avvertenza che le dimensioni non fossero ristrette, perchè sbagliaronsi anche per conto dell' angelo sul campanile di San Marco, che apparisce troppo piccolo, in proporzione alla mole sterminata di quella torre. Si potè però som-mcttere al Comunale Consiglio una riformata proposta per la metà del valore, in sole austriache lire 2900, e in assai economica forma fu assunta 1’ opera, più per favore che per interesse, da Luigi Ferrari, l’autor del nuovo Laocoon-te, della Melanconia, del David, che lavorò degnamente e lavora per principi e per illustri privati, e scolpi pure il monumento di Aglietti. E 11 Leone di pietra d’Istria, e si occupò egli personalmente del modello al naturale, perchè non inganni l’effetto nella distanza, trattandosi che dev’essere guardato dal. basso in allo. Reintegrata così ogni parte della magnificenza di quel prospetto, non sarà poi senza qualche interesse anche la interior parte della Scuola, nella sala superiore, ov’ esiste l’antico altare, opera di Antonio da Ponte, e dove ve^