I PREDICATORI IN VENEZIA 35 fra Paolo Sarpi. — Non tutti erano però tolti dall’esterno gli oratori, narrandosi di un p. cappuccino, uomo in concetto di santo, che destava grande entusiasmo colla sua predicazione nella chiesa allora parrocchiale di S. Polo, il quale predicò perfino sopra la contrada, perchè la chiesa non era capace della moltitudine di persone, e inoltre dalla finestra del piovano, luogo, nel quale aveva avuto albergo la quaresima, per il comodo appunto di predicar nella chiesa. Così fu oratore nel pulpito di S. Zaccaria il p. Nani Teatino, figlio dell’ Eccellentissimo Bernardo; e si riferisce anzi, eh’ egli portò via, cioè, ebbe in dono, per ragione di prediche, zecchini 200; e deplorasi quindi che la parola del Signore si facesse venale a quei tempi, e s’incaparrassero i pulpiti 30 anni avanti, come s’incaparrano gli avvocali. 11 pulpito infatti di S. Zaccaria era de’più rinomati e traeva di ordinario un’ udienza copiosa, e gli oratori ricevevano da quelle madri uno suntuosa tavola, e un pingue emolumento. Poiché quel convento figurava, com’ è noto, tra i più antichi e i più ricchi di Venezia, contato avendo 48000 ducati di annua rendita su beni in Monselice, e su capitali investiti in Zecca. Potea quindi ¡1 chiostro stipendiare nella quaresima di ogni anno il suo predicatore, che Abitava nella casetta di fronte lo porta del monastero, ed ivi a lui spedivasi il pranzo e tutto T occorrente ogni giorno. Finito poi il quaresimale, gli si dava dalle monache il regalo, consistente in una scatola d’ argento dorato, con entro cento zecchini; in un bacino d’ argento, con diciotto fazzoletti bianchi, e varie ghirlande di fiori; e in altra pa-nattiera di argento, con dodici fazzoletti di seta, cento talleri della croce, e altrettante ghirlande. — Nella basilica, detta Cappella Ducale, tenevasi nei lontani tempi, come nelle chiese parrocchiali, il quaresimale, e abbiamo in Flaminio Corner, che I’ abbandonato uso fu ripreso, per cura del doge Francesco Donato, nel 4346, essendo stato