CASTELLANI E MCOLOTTI 49 mare, e propriamente nell’altual sito delle paludi di Ribu-ga, tra la Piave e la Livenzn, e di quelli dell’altra città di Equilio,’ o lesolo, delta poi Cavallino, che sorgeva non lungi dalla foce della Piave. Narrano tutti gli storici, che accanite ed estremamente protratte furono le guerre delle due città (90 e più anni). Per esse fu tolto ad Eraclea l’onore di continuar a figurare come capitale, e venne trasportata a Malnmocco la sede dei dogi, che avea durato in Eraclea per anni 47. Per la memoria di quei dissidii, s’introdusse una specie di lizza, che sosteneasi dalle persone civili, onde rappresentare le due fazioni, Eracleani e Iesolani. L’epoca di questa introduzione, tutti i Cronisti si accordano nel determinarla verso 1’ anno 800, quando fioriva, unito al fratello Beato, il doge Obelerio Antenorio. Sottentrarono a quella lotta, collo scopo medesimo, le guerre dei pugni, principiate nel 1292, e che si facevano da settembre a natale, e le forze di Ercole, con cui le fazioni degli abitanti di San Nicolò e di Castello agognavano a superarsi in valore. Il Governo approvava quella emulazion di parliti, permettendo anche le pugne al suo cospetto per mire diverse. Primieramente era certo, che quella divisione di parti potea essere innocua abbastanza alla tranquillità dello stato, e allo foggia dei Greci la fomentava anzi tra il popolo, per farsi meglio a signoreggiar la città. E infatti ogni volta che correa pericolo la patria per tese insidie dei popoli alla sua libertà, i Castellani e i Ni-colotti sparivano , e tutti mostravansi Veneziani, come Io provarono in ¡specie i gran fatti d’ armi di Chioggia, assediata dai Genovesi, e delle potenze collegate in Cambrai, a' danni della repubblica. Inoltre servitasi di quelle gare il Governo al politico scopo di addestrare il popolo a salire, occorrendo, senza