DEL SEPOLCRO 201 stro, rifugiarono In povere solitarie nel monastero di S. Catterina in Mazzorbo, e soppressa nel 1811 anche questa religiosa comunità, regalavano esse il Cristo del Sepolcro al Rev. Don Vincenzo Driuzzo, lor confessore, il quale, essendo stato prete di S. Maria Nova, ne facea presente alla parrocchiale di S. Canziano, col patto ch’esposto fosse alla pubblica adorazione. E quivi sull’ altare collocato, a sinistra di chi entra, presso la Sagrestia, se ne celebra solenne sempre l’anniversario, che nei primi anni trasse gran copia di devote genti, in ¡specie di mare, a visitarlo, da ricordar quasi i bei giorni del singolare afflusso al primitivo santuario. Al presente, deserto e profanato il chiostro, si addita pur come anello di antiche memorie dal medio evo alla civiltà della lingua d’ Italia, dal tempo dei pellegrini e delle crociate al fiorir dei Latini dell’ ordine francescano, quando, per bolla di papa Alessandro IV, iniziarono il servigio divino nella chiesa del Sepolcro di Terra Santa. Qui sulle soglie, nell’ abitazione del Petrarca, come da lapide infissa, e nella splendidezza del Ravennate, poeta e oratore I’ uno, medico e filologo l’altro, munifici entrambi, sta rappresentato ¡1 genio delle lettere e delle arti, della religione e della pietà, basi alla giustizia e civiltà degli stati. E puos-si dire che, anche ignudo, questo edilizio non sia sepolcro di glorie, se vediamo la musa della storio passeggiare ancora maestosa sugli avanzi dei monumenti e delle arti. SULLA SOTTO-COJNTESSIONE, O SOTTERRANEA CAPPELLA NELLA CHIESA DI S. ZACCARIA. Nell’ età prime dei Martiri, e nei ferrei secoli della Chiesa, quando sottraevansi i Cristiani alla violenza sanguinaria dei Cesari, sorsero le catacombe, lavorate la mag* gior porte nel tufo, e cave forse in rimote epoche, da cui