SU TIZIANO YECELLIO 61 contenere quadri, e ivi stender pale di grandi dimensioni ; dal che avremmo una prova, che in altro sito tenesse dimora il pittore, per applicarsi con maggior agio ad opere più grandiose e più vaste. Nè sarebbe spregevole l’avvertenza , che toltosi il Tiziano, per motivi forse di arte o di comodo, dalla casa dei Barbarigo, ove erasi nei primi tempi, e per vari anni stabilmente allogato, e ove attese al capolavoro della sua Maddalena, si procacciasse perciò in quei dintorni un alloggio, per tenersi possibilmente vicino a que’ suoi splendidi mecenati. Asseriva poi Io Ze-nier, aver egli trovato la fede di morte nella chiesa di San Tornii ; della quale asserzione assunse In rispondenza il Lecomte, o chi ne tradusse il Colpo d’occhio di Venezia, come leggesi in una nota apposita a pie’ della pagina 263 di quella Guida (Ven., Tip. Cecchini, 4844). E infatti a-vendo allora appartenuto a regolari il tempio dei Frari, la giurisdizione parrocchiale del circondario era tenuta in San Toma, e a questa chiesa dovea mandarsi esclusivamente l’atto mortuario. Che poi lo Zenier non consegnasse la detta fede coi libri alla parrocchia dei Frari, quando avvenne la soppressione, nel 4810, delle varie parrocchie, per impedire che documento sì prezioso andasse disperso ; che si riserbasse egli di lasciarlo alla sua morte, sono osservazioni di cui è prezzo dell’opera ¡1 rilevare la verità, come sarà a vedersi, se appo gli eredi esistesse il documento che scioglierebbe il nodo della quistione, illustrando di nuova luce ¡1 punto della vita più interessante di quell’ inarrivabile ingegno. Alla quale verificazione vorremmo noi farci abili con ogni studio, nulla omettendo per tentare una sì preziosa scoperta. Forte pertanto degli addotti argomenti, il prefato abate Zenier, e aggiungendo che il Tiziano era confratello della scuola della Passione in campo ai Frari (fatto questo che si legherà con una terza questione ), reputava di avere fondamento piucchè