W S. ZACCARIA 203 badessa Morosini, nell« sua triennnle reggenza, del famoso corno d’ oro tempestalo di gemme, del valore di -130 mila ducali, che conservatasi nel Tesoro, da cui traevasi per la cerimonia della incoronazione dei dogi, e ad ogni anno poi nella festività della Pasqua recavasi con solenne cortèo il doge colki signoria per presentarlo in un bacino d'oro alle monache. Diuiottomila ducati spendeva una professan-da il giorno della vestizione pel suo corredo, pei rinfreschi di tre giorni e pei regali al monastero, e ricordasi che una professanda donava alla chiesa nientemeno che il fornimento di samisdoro per cantarsi una messa in quinto. A varii incendi soggiacque la vetustissima fabbrica del tempio, di stile orientale, massime nel principio del XII secolo; non è perù accettata dalla critica della storiala tradizione, che 130 monache, rifugiatesi a cagion del fuoco nel sotterraneo, perissero soffocate. Certo è bensì, che 1’ e-difìzio restò per la maggior parte consunto, leggendosi che si cominciava la fabbrica della chiesa nuova, vicino alla vecchia, e fu terminato in due volte, nel dogalo del Foscari, conservatosi però sempre questo asilo, ove le monache si riducevano a salmeggiare. Nella stagione felice delle arti, in cui il genio fioriva e il magistero dei Lombardi, surse finalmente il tempio coll'alluale magnificenza e suntuosità, e un decreto del Pregadì ben mille ducati assegnava ili prima offerta il 19 aprile -1401: veggonsi traccie ancora del prisco fabbricato, a canto del prospetto cospicuo presso il campanile, che di più stili partecipa. Ristoratasi per tal guisa la magione di Dìo, si traslatavano allora i corpi santi con processione solenne, coll’intervento del doge e della signoria, e sopra gli altari poneansi in nobili avelli, collocandosi poi nel sotterraneo il Crocefisso, che oggetto fu di tanta venerazione, da doversi cingere di rastrelli l’altare, per opporre un argine all’ impetuoso irromper del popolo. Alla visita di questo recondito augusto sito recaronsi risi