368 GIOVANNI ANDREA FONTANA riceveva pur dalla parola secreto il suo titolo. Ed erano questi i cittadini originari veneti, segregati dall’ammasso delle cittadinanze in genere, tali abusivamente appellati dal volgo, per molteplici leggi del Maggior Consiglio e del Consiglio dei Dieci, e costituenti, per dignità dello stato, un seminario di persone ragguardevoli per nascita e per fortune. Dicevansi quindi Segretarii, perchè ministri fedelissimi e custodi gelosi della cifra diplomatica, erano impiegali negli affari più reconditi della Repubblica. E come requisito loro essenziale dovea essere l’attitudine della mente per sostenere gli svariali rilevanti carichi, poiché altrimenti si allogavano nella Secreta, ch’erano gli Archivii di stato, così fu provvido il senato nello stabilire il tirocinio ed i gradi, il premio e le onorificenze della lunga e delicata carriera. Decretatosi quindi dal Maggior Consiglio fino dal 4442, che si assumessero nella ducale cancelleria, delta la segretaria regia della Repubblica, parecchi giovani quali nodari straordinari, per iniziarsi e istituirsi, da essi venivano tratti gli ordinari, abili alle magistrature, e a determinata età u concorrere Segretarii prima di senato, e questi erano ventiquattro, e come tali passavano residenti alle coni, poscia del Consiglio dei Dieci, e questi erano sei, quattro in attualità di servigio, e due per turno in contumacia. Chiudevasi l’arringo colla carica ultima, istituitasi nel XII secolo, fuori dell’ordine patrizio, ma con onorificenze eminenti di capo de’ segretarii, o guarda sigilli, o capo notaio di cancelleria della corte ducale, o cancellier grande, con duemila ducati di rendita, oltre i vistosi emolumenti del sigillo, il titolo di eccellenza e di cavaliere, la veste di porpora, e la comparsa distinta in tutte le funzioni di Stato. Poiché precedeva egli, a capo coperto, la maestà della Repubblica; sedeva tra i primi ai solenni banchetti ; veniva eletto, alla guisa dei Procuratori di san Marco; faceva il trionfale ingresso e le pubbliche feste, sciolte, al pari delle ducali, da