VENEZIANA 299 vestìvan di seta, e ad ogni sera uscivano in gondola al teatro, alle conversazioni particolari e ai casini, i quali stavano tutti nel contorni di S. Moisè, onde l’approdo era al caffè rinomato detto alle Ilive, ora negozio Tro-peani, ove frequentavano i senatori, i procuratori di San Marco e i cavalieri della stola d’oro. Per la costituzione del governo erano in somma le dame altrettante principesse, e poteano divenire anche regine, come lo divennero in fatto, a tacer di oltre, una Tommasina Morosini, una Bianca Cappello, una Caterina Corner; e se fossero state mogli dei dogi, s’incoronavano, con maestà di principesche divise e imperiale cortèo per la gran piazza, sfoggiando allora il manto d’oro. Nessuna meraviglia pertanto, che il costume della dama veneziana, con singolarità di esempio, spiccasse per ricchezza insieme e magnificenza. GENERALE IN DALMAZIA E ALBANIA. Era questa una carica marittima e terrestre, sostenuta da quei patrizi, che avevano percorso la carriera militare marina. Risiedeva in Zara, e tenea corte apposita: veniva quindi distinto con trono e baldacchino, ove vedevasi assiso, quando l’ambasciator di Raglisi si presentava per rendere omaggio alla Serenissima Repubblica nella persona del suo onorevole rappresentante. Egli go-