1G4 SCUOLA esser quella la immagine dei Confatone della Repubblica. Succeduto poi nel dogado, a Niccolò Tron, Niccolò Marcello, si prese parte nel Maggior Consiglio, per opera dei Correttori, che monetai: venetae non habeant imaginem Ducis, nel timore di darsi troppo rilievo alla ducal dignità, e si stabilì d’imprimersi invece per l’avvenire l’effigie del doge in ginocchio a piè di san Marco, di cui il leone, or su la terra or sulle acque natante, era l’immagine vittoriosa, nel 1473. E cosi dipingevasl sulle bandiere dopo I’ epoca della guerra dei Genovesi, i quali avendo per lor protettore s. Giorgio, ingannarono i Veneziani, che tenevano ancora san Teodoro, contraffacendo le insegne nelle loro galee, per la somiglianza dei due santi militari, come spiega Bernardo Giorgio, dal Sansovino citato, nel lib. XII della sua Venezia. Nella opinione pertanto della preesistenza del gruppo sulla facciata, il professor di scultura Zandomeneghi, determinata la grandezza della unione complessiva delle parti circostanti, e della panchina antica, su cui asseriva trovarsi le traccie dì ciò, che fu barbaramente atterrato dalla frenesia democratica, stabiliva di un decimo maggior del vero si il Leone, che il doge, da farsi di pietra viva sceltissima, per la somma di austriache lire 4124. Senonchè il genio di sminuire notabilmente quel prezzo, per tutelare l’interesse del-l’Istituto, indusse il sospetto che come fabbrica ad uso dì confraternita privata, non avesse sussistito l’intiero gruppo sulla facciata. Fu via quel dubbio alla scoperta del vero (1), colla scorta del famigerato Emmanuele Cicogna, poiché si venne a rilevare, che nessuna stampa pone il doge in ginocchio, nè lascia spazio per supporlo; i vecchi stessi della contrada, interrogati, assicurarono sulla inesistenza, come ne sono prova la stampa medesima della Benedizione data (1) 11 chiaria«, signor Cicogna mi comunicò per lettera la sua ben fondata opinione.