NELLA BASILICA DI SAJI MARCO 255 poi più grondi n ridosso delle pareti balzano all’ occhio di verde antico, ben diverso dal serpentino, ch’è un verde, come non ignorasi, men chiaro, con macchie bianche più oscure, e dei segni ¡11 guisn di croce, onde per il serpeggiare di queste, a ino’ delle spire del serpente, si addo-mandava serpentino quel marmo. La scoperta è di sterminato peso. Da cosa nasce cosa , dice il proverbio, e il tempo la governa. Dietro tale verificazione quindi si approfondarono gli studii, nè defraudisi il merito dell’ archeologo valentissimo, che vi affinò le osservazioni, e suggellò con argomenti di evidenza la verità delle risultanze. Volevano infatti i Cronisti, che le colonne notate come esistenti negli interni recinti dello Basilica Marciano , si fossero recate dai Veneziani do una spedizione di Terra Santa, e che decorassero il tempio di Salomone in Gerusalemme. E certo bensì, per la testimonianza dei biblici libri e di scrittori ecclesiastici, che non copiosa, ma strabocchevole fu la quantità dei marmi preziosi d’ogni sorta impiegati nella grandiosa fabbricazione di quel primo meraviglioso santuario ; si sa che Davide mandò a rncco-gliere, e si raccolse abbondantissimamente il marmo pa» rio dalle cave presso Tebe di Egitto; e narrasi dal sacro testo, che fra i molti lavoratori, Salomone ne trascelse nientemeno che ottantamila aH’ufllcio di cavare e tagliare i marmi nei monti. Ma pure è un fatto incontrastabile, che tanta enorme quantità di marmi non venne però convertita in fare neppure una soln colonna, poiché servirono invece a formar lastricati, secondo il testo litterale, tirati a squadra, grandi fino nd otto cubiti, per fondamento primieramente del tempio, e poi per incrostare tutta lo mas. sieda opero, di dentro e di fuori murata. Due sole colonne, che stavano dinanzi ol portico, od otrlo del tempio, detta l’una Jachin, l’altro Booz, alte 48 cubiti, e aventi una circonferenza di 12, con capitelli, costrutti a