i66z Acci it ntt nato in Renia rtmpi il maneggio di l'ga . Il Duc a di Crecb) y mandata Ambafcia-tort a Ro-ma da Lo-devico XIV. (ufcita moite d fficulth. T umulto natoin Ro-ma contra it tntdtfimo. t.' Amia* /datore fi ritrra a S. ¡Sntirico. Per loag-giuramento i ’ impiega Pietro Ba-jadonna , A/nbaft taci ore della Repubblica, 468 DELL' HISTORIA VENETA ripieghi, quando nuovo, e ftrano accidente ruppe la trattario« ne, & involte Aleifandro in gravi travagli, & in non minor apprensione l’Italia. Inviato haveva il Rè Lodovico per fuo Ambafciator a Roma il Duca di Crechì, dando a credere, che offefo da frequenti difeorfi del Papa contra la fua perfo-na, e’1 fuo governo, e non meno irritato dalle continue ri-pulfe, che di ogni gratia provava, havefle feelto miniftro di animo altiero, capaciffimo a corrifpondere ne’ fuoi negotiati con altrettante durezze, e difgufti. Ne apparì ben prefto il principio, quando il Duca appena giunto, fufeitò molte dif-fìcultà per le prime vifite, folite farli a’congiunti del Papa: ma nel ventefimo giorno di Agofto, fervendo il cafo al di-fegno, ò pure dalla mal' inclinata volontà delle parti pre-dandoti al cafo fomento , i foldati Corii di un corpo di guardia, provocati da voci licentiofe di alcuni Francefi, gl’infe-guirono finappreifo al Palazzo Farnefe, dove 1’ Ambafciator alloggiava, e fcaricando gli archibugi contra coloro, poco mancò, ch’egli ftelfo colpito non tulle, mentre affacciatoli alla fineftra , procurava di fedar il tumulto . In oltre i foldati con ecccffo inhumano aggravando il delitto , alTalirono la carrozza , con cui 1’ Ambafciatrice per la città palleggiava, ammazzando un nobile giovanetto, che le ferviva di paggio . Hebbe il Duca fofp co, che tanto jrafeorfo non teguiffe fen-za ordine occulto di Don Mario, fratello del Papa , e Generale dell’Armi, e che vi teneffe mano il Cardinal Imperiali, Governatore di Roma ; e fé ne confermò quando feppe , ciTerfene i fopradetti leggiermente all’avvifo commofli ; anzi che tepidi al rimedio, e tardi al caftigo , haveifero fenza penfiero lafciato correr la notte , e poi il giorno feguente, permeila la fuga a’ rei principali, alcuni de’meno colpevoli tufferò pofti in prigione . Dubbioso egli pertanto deH’intentioni de’parenti del Papa , quanto impotenti a rifentirfi con isforzi palei!, altrettanto validi a farlo con mezzi occulti, fi munì con groflo numero de’ fuoi partiali ,* poi vide rinforzarti le guardie intorno alla fua cafa, e publicando di non trovarli più in Roma libero, nè iicuro, partì, ritirandoti a San Quirico ne’ confini della Tofca-na. Per fermare così gran movimento molto s impiegò Pietro Bafadona, Ambafciatore della Republìca ,• mà inutil- men-