GIOVANNI ANDREA FONTANA 309 ogni legge suntuarie, i segretarii in quel giorno collocandosi a destra dei patrizi, anziché in violaceo, con vestimento di porpora; e aveva in morte la pompa funebre, coll’intervento del principe e della Signoria. Sapientissima istituzione, che, mentre dava levatura in massima all'ordine dei benemeriti ministri, li premiava in particolare, col farli presiedere a quella cancelleria, da cui mossero i primi passi, recando l’utilità al servigio di ben tutelare e dirigere il corpo ad essi affidato, per aver tutta percorsa la loro stessa carriera. < Queste nozioni preliminari non saranno inutili forse allo scopo di pesar meglio alcuni ricordi, che mi avvisai di stendere, per amore di verità e di giustizia non compra, intorno a cinquanta anni di splendidi e onoratissimi fatti di uno degli ultimi segretari del consiglio dei Dieci, e del supremo tribunale dei tre. Fu questi Giovanni Andrea Fontana, figlio ad Alessandro e alla doviziosa Angiola Marienni, legala in parentela alla veneta segretaresca famiglia del dolt. Giovanni Battista Tornitilo, che impalmò Anna Cappelian nob. della Colomba, pronipote a Sua Santità Gregorio XVI. Educato nel collegio di S. Parisio a Trevi-gi, e compiuti gli studii nell’altro collegio a Castello di Venezia, entrambi condotti dai chierici regolari somaschi, fu eletto nodaro ducale straordinario dal consiglio dei Dieci, con quattordici suffragi, essendo diciassette i votanti, il 21) marzo 1769, solo in quel giorno eletto, quando doveansi coprire tre posti. Avea già egli l’età privilegiata, come nipote di un segretario del consiglio dei Dieci, e sostenne le prove e gli esami prescritti dal decreto 5 marzo 1682. Rimase brevissimo periodo nella ducale cancelleria, perchè si elesse segretario presso il generale provveditore in Palma Benedetto Giovanelli. Ivi poi fu trattenuto dall’ altro provvedilor Crotta, che ne fece preghiera al senato, con novità di esempio, e il doppio periodo gli fruttò al ritorno 47