DELLA SALUTE 477 stare ladiffusion del contagio, e si consultarono dal magistrato di Sanità 1’ ottuagenario medico Morafini, che si trovò alla peste del 1376, e il celebre Santorio, reduce dalla cattedra di medicina teorica in Padova, al quale fu dal Senato commessa la cura principal dei malati; lino stuolo di medici riputati si raccolse in una sala del ducale palazzo, dinanzi i provveditori della Sanità e i capi dei sestieri (1); e si chiamò un congresso di trentasei professori nel convento dei Erari, luogo solito delle radunanze accademiche. Ma furono le opinioni divise, nientemeno che sulla sussistenza e realtà del contagio, mentre in un sol giorno perirono 603 individui, e il solo settembre contò 41949 vittime ; e i rancori, le animosità e i puntigli, con cui si mirava a deprimere il protomedico Fuoli, la cui integrità e sapienza colla vigliacca loro fuga rifulse, delusero la buona fede dei magistrati, e violarono i sanitarii riguardi coH’esterminio della popolazione. E bene avrieno meritato eterno quel bando, che li punì equamente, senza l’indulgenza forse in riguardo agli onesti, donata poscia dalla Repubblica, che seppe sempre tenere in giusta estimazione il loro ordine, e fin dal 4360 permise ai medici l’uso della veste simile a quella dei nobili (2). La penna rifugge dall’ orror delle scene, a cui rifuggiva natura , poiché la madre perfino guardava con ribrezzo i suoi figli, il marito abbandonava la moglie, e ogni più virtuoso e dili-cato sentimento ed affetto annientavasi afpensiero della con-servazion di sé stesso. Narrasi che i poveri padri di San Se- (1) Veggasi a pag. 50 del fase. 1. Cicogna. Egli fin dal marzo 1839 possedè un yol. mss. cll’ò del XVII secolo, cartaceo, in fol. piccolo, intitolato : Opinioni di varii medici di Venezia e di terraferma sul contagio 1630, colle firme originali di più medici illustri di allora e dello stesso Santorio: codice veramente prezioso, v. p. 671. Fase. 16. (2) Gallico. 1. 2. p. 10 e 279, il quale riferendo dietro una Cron. niss., che alcuni congiurati di Baiamonte nel 1310 si fortificarono nelle case del Comun, abitate da certo Pietro Medico, ove fu poi l’oflìzio del Camerlengo, è d’ avviso che ivi stesse il capo medico della città. 23