L’ANTICA PROGENIE MOCENIGO. Discordi sono i vecchi Cronisti nel segnare, attraverso le tenebre del medio evo, le prime origini dell’inclito ceppo, perchè lo derivano alcuni da Lamberto conte di Angiò, fratello di Roberto il Pio re di Francia, altri da Halerio figlio ili Agamennone re di Micene; onde il cognome di Micenico, corrottamente poi Mocenigo. Si accordano però tutti nella sentenza, che, tratti da una plaga o dall’altra su questi lidi, per le barbariche irruzioni, edificassero intorno al secolo X, giusta il costume de’ più ricchi e potenti nobili di queir età, il castello di Musestre sul Sile, in vicinanza agli estuarii Torcellani, detti dai nostri, nei primi secoli, le contrade. La qual congettura, nella incertezza dei tempi, lascia intatta, meglio d’ogni altra, 1’ antichità rimotissi'ma, come i regali principii, che, durante il Borire della Repubblica, in cento guise rivelava al mondo questa immortale prosapia. E noto infatti figurare i Mocenigo fra i prischi tribuni della nascente Venezia, ed essersi fin d'alloro distinti per altezza d’animo e d’ingegno, non meno che per magnifico amore di patria, avendo col proprio oro cooperato anche alla erezione di molli edi-fizii suntuosi, in concorso alla estinta cosa dei Giubanico, lo splendor de’cui fasti, in tonto distonzo di epoche, non potè obbostonza riflettersi sulle pagine della storia. Quindi educati sempre alla grandezza, per essa mirabilmente si segnalarono, eroi ne’ più ardui cimenti di guerra, politici nelle più gravi missioni del Senato, ambasciatori alle corti più eccelse di Europa, e della patrio nerbo e salute, cinti del ducale diadema, olla testa più fiate del principato. Celebrasi pertanto dogli storici il valore di Benedetto, principale comandante nell’ armata, che condusse nel -1043 il doge Domenico Contarmi per il conquisto di Zara ; non