380 Marc’ ANTONIO CAVAMS gran luce, che gli fu all’ opera indiviso, e gran colonna egli stesso, e per virtù e scienza provatissima gemma. Ma un’alta missione non è senza triboli, e sofferse il Cavanis contraddizioni ed ostacoli ; il turbine di cui, or ha poe’ anni, fummo testimoni, gli diseccò varie fonti : pur, balestrata dai venti, seppe reggere avveduto la nave periclitante, e la trasse incolume dalle sirti; ma non era di bronzo il nocchiero, e tante ansie paralizzarono l’energia di lui; sicché la bell’anima Dopo molto affannarsi entro il suo velo, E andar stanca sull’ uscita, al fine L’ ali aperse, e raggiante alzossi al cielo. La città si scosse subito ,nlla morte che lo colpi ottantenne quasi il giorno il ottobre -1853. E poiché è destino che agli uomini grandi sia soltanto dopo morte versato il cumulo degli onori, che si lucrarono in vita, si adempiva un commi voto, e ne colse il vanto la sua cara e tanto benemerita congregazione. Si deposero le di lui ossa il giorno 6 settembre 1854 con straordinaria civica festa nel tempio di S. Agnese da esso con gran valsente acquistato e ridotto, e che dopo infinite cure e sollecitudini ei non potè vedere al culto restituito. Cosi da quel sepolcro, ove per eguale giustizia sarà deposto un giorno il fratello, sorgerà la gloria di quella vita, e la tomba dei magnanimi fondatori verrà additata al forestiero, che visita riverente i nostri monumenti, qual nuova meraviglia, degna di confondersi alle memorie antiche della religione e carità veneziana. FINE