LIBRO SESTO, 355 farle; concioiiache quel Regno fondato sù la militia, e sù 165 e l’armi , dopo, che degenerando i penfieri s’ha prefiffo la fola difefa, era decaduto nell’ otio, e ne’ luili dallo fplendor LU. antico, e dalla priftina forza« Sopra tutto la Nobiltà credendo godere la libertà coll’ efercitar infolenza , poneva ogni Audio in opprimere i popoli, e deprimere il Rè. Il Rè fteffo nodrito tra varii penfieri, e frequenti mutationi di Stato, agitava volubile hora con gelofia de’ principali del Regno, bora con naufea dell’ ifteffo comando. Subito aifunto alla Corona, la difcfe con valor militare da’Tartari, e da’Cofacchi j ma cièche conciliargli doveva rifpetto, concitò l’odio, poiché coftretto ad indegniffima pace, egliabborriva i coftumi, e la foverchia libertà de’ Polacchi ; e quelli {prezzavano il genio del Rè, e la fua naturai incoftanza. Si accrefcevano le animofità per caufa della Reina ( haveva egli non fenza av-verfione de’ popoli prefo per moglie la vedova cognata ) che avvezza all’ufanze, & alle fattioni della Corte Francefe» confondeva bene fpeffo quella di Polonia col fomentar le dif-cordie de’ Grandi, conferir le cariche non fenza nota di venalità a’ fuoi dipendenti, & in fomma difporre con arbitrio del Rè, e del governo. Piena pertanto la Corte di malcontenti’, & il Regno di mal'affetti, s’ammaliavano humori corrotti; alla difefa non s’applicava, fi {prezzavano i pericoli; e con peggiori configli tutti amavano novità, e fperavano confufioni. Tali caule univcffali fogliono però negli Stati operar lentamente', quando non fi fufeiti qualche fpirito inquieto» che fabbro de’mali le promuova, eie uniica. Tale fùGior-- 7, gio Ragiofchi Vicecancelliere, che rinovògli efempii di quei, che'da’Regnanti riputandofi offefi nell’honore , ò nell’inte- di Polloni a, reffechiamarono genti lontane all’oppreilioni de’Regni.' E- ^tnftacon. gli da Cafimiro vilipefo, e fcacciato, circuiva le Corti prin- tra del rr? cipali d’Europa, pieno di fdegno ; & in fine vedendo Car- &nt' lo Guftavo affunto al trono , trovò in Svetia dove fermar i penfieri, & impiegar le fue arti . Con le corrifponden-ze, che continuava nel Regno , oltre 1’ efatta notitia, che ne teneva, egli fapeva l’inclinationi , & i difgufti di ogn uno, e l’intimo degl’ inrerciiì , e delle paiìioni di Corre. Perciò hora {vegliando uno de’ Malcontenti , hora ituzzi- Z 2 can-