300 GENERALE vernava civilmente e militarmente, e tanto il corpo militare come le pubbliche rappresentanze delle provincie erano n lui sottomessi. Allorché partiva da Zara, per recarsi alla visita di quelle provincie, To seguiva la squadra sotto i suoi ordini, composta di due galee, quattro galeotte ed altri bastimenti da remo. Sua attribuzione era il giudicare in appellazione sommaria le cause dei tribunali della Dalmazia, essendo riserbate altre revisioni ai tribunali di Venezia. Vestiva la tòga rossa senza stola: avea berretta a tozzo, e la parrucca a somiglianza dei patrizi e dei segretari, calze e scarpe rosse, con fibbie d’ oro, e spada con 1’ elsa guarnita di gemme. Quando sedea sul trono, attorniato dagli uffiziali marittimi e terrestri, teneva nella destra lo scettro brillantato, e sfoggiava maestà sovrana, in nome della Serenissima Repubblica. Nelle u-dienze ordinarie settimanali indossava 1’ uniforme di generale, di color roaso, con bottoniera distinta, e con fibbie d’ oro. Il generale da mar risiedeva in Corfìi, e presiedeva all’armata navale: stava alla testa del governo civile e militare. I di lui attributi estendevansi ad ogni ramo, ed in ispecie nel comporre le differenze dei sudditi veneti coi confinanti Ottomani. Invigilava nell’amministrazione finanziaria, e competevagli il pareggiare gfi onorari del militare. La sua corte era composta di un segretario, d’ un dispaccista, d’ un cancellier civile e criminale e di un ragioniere. Egli disponeva la spedizione dei legni da guerra, che ordinavasi dal capitano delle navi e dai governatori di nave, tutti per le costituzioni patrizi veneti. Destinava la partenza delle galee, comandata dal provveditor di armata, dal governatore dei condannati e dai sopra corniti, e conferiva ad ogni squadra la relativa missione, secondo l’esigenze del servigio. Dava udienza pubblica ad ogni settimana, dove si discutevano le cause civili coll’ intervento