362 NICOLÒ PRIULI lui tale strazio, che a tenera compassione moveva chiunque mirava il miserando contrasto di tanto avvilimento con tanta grandezza. E in tal guisa, declinando al tramonto anzi sera la preziosa sua vita, anche sull’estinguersi del bel lume, il gentile spirito mandava scintille di beneficenza e di affetto. Se ora però il cuor suo più non batte di amore, sopravvivono i suoi scritti e il ricordo delle nobili e pietosissime azioni. Egli lascia un nome per più titoli illustre; e il forestiero, arrestandosi alle soglie del palagio de’ suoi avi, non lo ricorderà più soltanto per le storiche geste de’ prodi, che battagliarono a Cipro, in Candia, a ¡Negroponte, e pel conquisto di Terra Santa, non per le porpore del Vaticano e i diademi ducali, ma per la memoria del patrizio e cavaliere, benefattore dell’umanità, che per senno, amor patrio, forza e bontà di carattere, seppe guadagnarsi un diritto al-l'amor de’ presenti e alla gratitudine de’ venturi, e lo avrà finché il genio della virtù sia in onore nel mondo. Di tale uomo pertanto, che così grandemente meritò della patria, la Commissione agli Asili, in nome della patria stessa decretava di scolpire in marmo il busto, in tributo di riconoscenza, per avere dell’istituzione, da lui sì bellamente in vita tutelata e sorretta, con magnanimità accresciuto il patrimonio col pingue lascito dì sessantamila lire. E se ne allogava 1’ opera al bravo scultore Antonio Bianchi, che mostrassi espertissimo nel ritrarne al vero l’immagine e con tal precisione, che chiunque abbia un po’ conosciuto il Priuli, lo scorge a prima giunta effigiato in quella fierezza di lineamenti, che gli era caratteristica, e di profilo e di fronte nelle fattezze del volto, nel modello della bocca, su cui parea fluire già discesa la parola, e nell’insieme della singolare, nè altrui comune fisonomia. Del quale tributo bella parte di inerito è dovuta all’ esimio abate don Lorenzo Gallo, Ispettore degli Asili, l’amico, al quale era il Priuli particolarmente affezionato, e che tenero della sua memo-