SU AQUILEIA, SU GRADO, SU QUE’ PATRIARCHI E SUL PATRIARCATO DI VENEZIA. La città di Aquileia era situata 60 stadii di lontananza dal mare, che sono otto miglia all’ incirca, secondo i calcoli di Strabene, e miglia dodici, secondo quelli di Plinio, l’uno forse prendendo la distanza soltanto dalle lagune gradensi, l'altro dal mar vivo. Stava però sempre quella città dentro terra, e nulla avea a che fare colle maremme, nè punto somigliava alla Venezia moderna. Infatti non ebbe essa mai acque marine all’intorno, sibbene terreno sodo, abitatissimo, e fino al margine delle sue lagune coltivato, e questo margine più si allungava incontro a lidi marittimi, di quel- lo che ora lo sia, come va osservando il Filiasi. Discordi sono gli scrittori nella opinione sulla origine del suo nome. Vogliono alcuni che le venisse da un Aquilio, giunto da Troia con Antenore, per gettarne i primi fondamenti ; nitri lo vorrebbe dedurre dall’abbondanza delle acque, rinvenutesi nel suo territorio; v’ha chi si avvisa di derivarne l’appellazione dall’aquila romana, posta negli stendardi, quando i Romani, accampati nel confluente dell’Ansa e del Tor, cominciavano ad innalzarne le mura ; ed altri ne vedrebbe motivo il passaggio di un’aquila, alla destra parte, da cui si tolse augurio felice, al momento della fondazione. Ma checché si dica, certo è però, che surse Aquileia dodici anni circa dopo la seconda riduzione dei Galli Italici; e che la fondarono i Romani, poco lungi dal Timavo e dal sito ove per lo innanzi la gente veneta avea fermato dimora. Fu quindi, per la sua posizione, alla porta dell’ Italia, e divenne uno dei primi emporii italiani, e una città oltre ogni credere opulenta e famosa. Augusto l’aumentava ed abbelliva; vi ponea residenza Tiberio ; primeggiò nella Venez ia in quasi sette secoli di grandezza. Fu idolatra ne’suoi primor- n