LIBRO Q..U ARTO. 205 con eloquenza ; e com’era impottante il negotio , così ogn’ 1648 uno credeva di havere alle cofe dette, che aggiungere, e di che confermare maggiormente sè fteifo, e perfuadere gli altri per quefto venutoli a’ voti , tanti furono i dubbii , e perplefli, che reftò il decreto pendente . Sentivano molti , Ifjj' che col fine della campagna s’attendeife 1’ efito delle cofe , fi-perche fe Candia fuffe infelicemente caduta, a che giovava Scandi*. ciìbirla 3 ma fe refifteife , non fentivano di cederla indegnamente. Differendoli dunque a deliberar della pace, vennero Avtlfi pochi giorni dopo gli avvilì, che, itrozzato Ebrain , Mehe-met fuo figliuolo in età di fei anni havea aifunto l’Impe- 'zam'aÌ-rio . Grand’ era il cafo , e impenfato . Haveva creduto Ebrain *l I 1 *1* * 1 * * r t 1* > tTOHO di col tenerle militie occupate, divile, e lontane, di regnarne fuoi vitii (icuro j & erano quefti particolarmente la crudeltà, d> ia libidine, e 1’ avaritia, crefciuti horamai a tal fegno , che Coflumi Ji i barbari fteOi non potevano più tollerarli , Ne’ fuoi difetti Lbra,n-incollante, dlle volte tanto prodigo , che non fupplivan te-fori, & altretant’ avido, che non gli baftavan rapine : mutabile nell’ inclinationi, co’ favori efaltava , e co’ fupplicii infieriva : odiofo a tutti, e da tutti temuto, fin da quelli, che amava . Confuiì erano nd Serraglio tra gli Eunuchi , e le donne gli affetti 3 gareggiando di continuo le giovani per gli amori, le attempate per 1’ autorità. Ma di fuori i principali Miniftri della Porta fidatamente penfavano alla loro mifera conditione, non ficura la quiete, incerta la vita, colpevole l’innocenza. Odiar’ egli il merito per non patirne i rimproveri , abborrirne i fervitii per temer la virtù, gaftigar la fortuna per rapire le fpoglie. Cominciarono pertanto a dar luogo al desiderio di cambiar col Regnante la forte : e benche deteflaffero nel principio come facrileghi tali penfieri, addo-mefticandofi però nell’ animo co’ nuovi rifleifi , pareva loro il tentativo, fe per 1’ audacia famofo, altrettanto per la falute dell’ Imperio innocente . Ma da’ defiderii trapaifando a’ dife-gni, mentre non poteva un folo efeguirli, quali che gli animi di molti s’ haveflero intefo con occulti concerti j cominciarono alcuni a parlarne tra loro, poi a fparger tra le mili- C*ufe dell* tic : Effer Ebrain il peffimo degl Imperatori ; nato all' ìndeco-ro, (y eccìdto de Muftì ¡mani > non conofcer egli le Divine tavano ** leg.